PESCARA – Torna alla ribalta il settore sociale al Comune di Pescara: “Il sindaco Alessandrini sbatte per l’ennesima volta la porta in faccia alle Politiche sociali: con una semplice delibera approvata alla chetichella lo scorso 21 marzo l’esecutivo ha infatti cancellato l’assegnazione all’Ufficio dei Servizi sociali del Comune dei locali dell’ex Omni, l’edificio di via del Circuito ristrutturato grazie alla giunta di centro-destra, Servizi destinati dunque ad ammuffire nei locali attuali, inadeguati alle esigenze della struttura, per dare l’edificio alla societa’ Pescara Gas Spa”.La denuncia e’ arrivata dal coordinatore cittadino di Forza Italia Guido Cerolini, ex assessore alle Politiche sociali.
“Una decisione scellerata – prosegue Cerolini – unilaterale, non supportata da alcuna motivazione, ne’ giustificazione, se non che Pescara Gas stava ‘stretta’ negli spazi occupati sino a oggi, ossia due appartamenti comunali nella residenziale via Ciafardini. E che fa se i cittadini in condizioni di disagio continueranno a essere costretti a raccontare i propri problemi e necessita’ nelle due stanzette della palazzina ex Inps, senza alcuna privacy ne’ riservatezza”.
E ancora: “Uno schiaffo alla citta’ dunque che dimostra, peraltro, la totale assenza di autorevolezza dell’assessore delegato Diodati, che prima si fa togliere i soldi dal bilancio per le politiche sociali, ora anche gli spazi assegnati dal 2010, e che era anche colpevolmente assente nella seduta di giunta che ha assunto quella decisione vergognosa”.
“L’Ufficio Politiche sociali del Comune – ha ricordato il Cerolini – e’ forse il piu’ delicato dell’intera macchina amministrativa, perche’ e’ il primo front office per l’utenza piu’ fragile della nostra societa’: disoccupati, ragazze-madri, persone affette da dipendenza di vario genere, famiglie monoreddito che non riescono ad arrivare a fine mese, anziani soli, donne vittime di violenze familiari, bambini in affido, diversamente abili piu’ o meno gravi. Un’utenza per la quale la riservatezza non e’ solo un diritto, ma un obbligo morale da parte di chi deve gestire storie drammatiche, spaventose, meritevoli di attenzione e tempestivita’”.