
PESCARA – Per entrambi è scattata un’indagine con l’accusa di abuso d’ufficio. Si tratta dell’assessore regionale all’Ambiente, in quota Sel, Mario Mazzocca, e del consigliere regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Pescara sulla società di riscossione crediti Soget. Nel registro degli indagati erano già finiti anche Gaetano Monaco, legale rappresentante della Soget e Domenico Ludovico, funzionario responsabile della stessa società.
I pm della Procura di Pescara, Gennaro Varone, Annarita Mantini e Mirvana Di Serio, stanno cercando di fare luce sul meccanismo che avrebbe permesso ad alcuni politici abruzzesi di ottenere illeciti favori da parte della Soget. Mazzocca, secondo l’accusa, avrebbe indebitamente beneficiato della mancata riscossione di un debito di 22.300 euro nei confronti della società acquedottistica Aca, mentre Sospiri sarebbe stato esonerato dal pagamento di 10.931 euro, relativo a sanzioni per violazioni del codice della strada e tributi comunali.
Ma pronta arriva la replica di Sospiri, che su Facebook scrive: “Apprendo, a mezzo stampa…!!!, di essere indagato per multe non pagate? Direi pagate,solo io, forse. Costretto di nuovo a mezzo social a far presente che sono pagate fino all’ultimo centesimo con more ed interessi da mesi. Sarò indagato per aver pagato? Visto che se c’è qualcuno che se le è fatte cancellare non riusciamo a saperlo. Di seguito le ricevute di pagamento e rateizzazione e di saldo”.
“Inizialmente – prosegue il consigliere regionale – avevo chiesto di rateizzare, pagando le rate a scomputo dell’intera somma: ora, se non vi fosse una rateizzazione, che e’ una prerogativa di legge, perche’ avrei pagato delle rate? E parliamo di una rateizzazione richiesta a fronte di una somma sicuramente di importo non indifferente, una rateizzazione, ancora, chiesta come avrebbe fatto qualunque cittadino di fronte a tale onere, un normale cittadino che vive del proprio lavoro. In ogni caso ormai da molto tempo ho saldato l’intero importo, con annessi more e interessi, perche’ il mio debito non era ‘inesigibile’, ma tutt’altro: doveva essere riscosso e lo e’ stato”.
“Senza entrare nel merito delle indagini – ha aggiunto Sospiri – continuo a pormi una domanda che sinora non e’ riuscita a trovare risposta: quali sono i nomi degli altri 843 politici che avrebbero ricevuto cartelle Soget non pagate e non riscosse, generando il debito nelle casse del Comune di Pescara? Inevitabile che mi interroghi sul perche’ di tale circostanza e che torni a chiedere con forza quei nomi”.
Dello stesso avviso Mazzocca: “Apprendo, non senza un certo stupore, la notizia di un presunto mio diretto coinvolgimento nelle indagini sulla vicenda ‘Soget” spiega l’assessore all’ambiente della Regione Abruzzo. ”Dopo le notizie comparse sulla stampa locale nello scorso mese di aprile, insieme al mio legale – prosegue Mazzocca – abbiamo avuto modo di approfondire la sostanza dei rilievi riportati negli articoli allora pubblicati, nell’ambito della normale attività investigativa di natura difensiva che la legge attribuisce ad ogni cittadino. Sulla scorta di tali approfondimenti, riteniamo insussistenti gli addebiti che sembrano essere mossi alla mia condotta e, perciò, nutriamo la massima fiducia negli organi inquirenti affinché possa essere fatta al più presto piena luce sulla vicenda”.
“Nel particolare, ribadisco di non avere mai ottenuto alcun “illecito favore” da parte di chicchessia; sto regolarmente pagando il mio debito di oltre ventimila euro nei confronti della società acquedottistica Aca, un debito che si ritiene ingiustamente contratto in quanto dovuto ad una rottura della linea di adduzione all’unico rubinetto di un garage inutilizzato da circa 20 anni, perdita scoperta solo dopo anni di mancata lettura del relativo contatore da parte di Aca medesima. Né tantomeno, con il mio agire, ho mai corrisposto ‘favori’ di sorta alla menzionata società di riscossione”.
“Nel ribadire la mia piena fiducia nell’operato dalla magistratura, non posso fare a meno di esternare la mia grande amarezza per l’intera vicenda e per il conseguente risalto mediatico massimamente dovuto al ruolo istituzionale da me attualmente ricoperto. Manifesto, tuttavia, anche una grande serenità derivante dalla consapevolezza di aver sempre operato per il bene pubblico e collettivo, come per altro attestato dai circa 500 messaggi di solidarietà ricevuti nell’aprile scorso da parte di chi mi conosce personalmente da tempo e da chi invece ha avuto la possibilità di vedermi all’opera solo da alcuni mesi”.