SANTA MARIA IMBARO – La Procura di Lanciano ha aperto un fascicolo sulla soppressione, nelle scorse settimane, di centinaia di cavie da laboratorio da parte dell’istituto Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro. L’inchiesta – secondo quanto riporta il quotidiano Il Centro – fa seguito a un esposto della Lav (Lega anti vivisezione) che ha denunciato il centro di ricerca, per maltrattamenti su animali.
Lunedi’ scorso, mentre numerosi dipendenti e ricercatori erano in sciopero per denunciare la gravissima crisi finanziaria in corso, sono arrivati gli agenti della Forestale su mandato del procuratore capo Francesco Menditto. Gli investigatori sono stati accompagnati nello stabulario, dove ancora risiedono centinaia di topolini utilizzati ai fini della ricerca scientifica (soprattutto per il contrasto ai tumori) e dove e’ stato effettuato un accurato sopralluogo e verifica della documentazione. Ad accompagnare gli agenti nello stabulario sono stati gli stessi responsabili del Negri Sud assieme a un veterinario.
La soppressione di centinaia di topolini aveva fatto scalpore, con un eco addirittura nazionale, nelle scorse settimane. L’operazione di contenimento e soppressione delle cavie rientra, come da sempre sostiene il Negri Sud, nelle normali attivita’ di ricerca, ma aveva scatenato le ire delle associazioni Animalisti Italiani onlus, Lav e Enpa (ente nazionale protezione animali). La Lav, in particolare, ha presentato un esposto alla Procura.