L’AQUILA – La vicenda Sorgi tiene banco. “Chiederemo formalmente al Presidente della Regione Luciano D’Alfonso di riferire in Aula circa le intercettazioni tra lui e Antonio Sorgi, durante la prossima seduta del Consiglio regionale di martedi’ 14”. Lo annunciano i Consigliere regionali del M5S, dopo le notizie di stampa comparse questa mattina e relative all’inchiesta che ha portato all’arresto del dirigente regionale.
“In quelle intercettazioni – scrivono i Consiglieri – si fa riferimento a colloqui tra Sorgi e D’Alfonso, che sarebbero avvenuti alla vigilia della campagna elettorale. Quello che emerge e’ un quadro che, se confermato, desta piu’ di qualche allarme. Come Consiglieri regionali abbiamo il diritto di conoscere la verita’ e il Presidente D’Alfonso, come rappresentante istituzionale di questa Regione, ha il dovere di rispondere alle nostre domande, che sono poi le stesse che in questo momento si stanno ponendo i cittadini che hanno letto gli articoli pubblicati oggi”.
Il Gruppo M5S il giorno dell’arresto di Sorgi aveva chiesto a D’Alfonso di sospendere il dirigente dal servizio. “In quell’occasione – continuano – avevamo anche sollevato la questione della coincidenza del provvedimento di custodia cautelare con la riunione sulla riorganizzazione delle strutture regionale convocata da D’Alfonso proprio quel giorno. Alla luce delle intercettazioni comparse, oggi ci chiediamo se forse c’erano fatti a noi non conosciuti”.
E la replica del presidente non si è fatta attendere: “Come sempre D’Alfonso non si sottrarra’ ad essere interlocutore attivo anche di curiosita legittima, all’unica consizione che le risposte siano nelle sue disponibilita’”. Lo afferma Camillo D’Alessandro sottosegretario alla Presidenza della giunta regionale.
“Del resto – precisa D’Alessandro – e’ gia’ a disposizione della stampa il verbale della del Presidente D’Alfonso, dalla cui lettura ognuno avra’ avuto modo di confermare certezza ed autorevolezza di comportamento del Presidente e prevedibile geometrica estraneita’. Per il resto – conclude l’esponente del PD – dobbiamo istituire una figura ad hoc, da individuare con il prezioso contributo delle opposizioni, per definire una ‘legge speciale’ per evitare che ‘terzi’ e ‘quarti’ parlino di lui. Sono certo, tuttavia, che neanche questo rischio lo rallentera’ nell’occuparsi di ogni problema che ogni cittadino, impresa o territorio gli affidera’. Perche’ in tal caso ci troveremmo di fronte ad una forma di ‘estraneita” punibile dai cittadini”.