PESCARA – “Non ho sparato, non ho partecipato all’aggressione e non ho visto nulla”. Si e’ difeso cosi’ davanti al gip del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, il 34enne trovato vicino la sparatoria avvenuta domenica pomeriggio in via Lago di Capestrano, nel capoluogo adriatico, in cui e’ rimasto ferito un pugile di 33 anni gia’ noto alle forze dell’ordine. La vittima, che e’ stata colpita alle gambe, dopo una lite con diverse persone, avrebbe indicato l’arrestato come uno dei partecipanti all’aggressione.
L’indagato, assistito dall’avvocato Roberto Serino, ha raccontato al giudice che domenica mentre stava rientrando nel portone di casa insieme alla moglie e ai figli ha sentito dei rumori simili a degli spari. A quel punto sarebbe uscito fuori ma poi giunto a meta’ strada avrebbe preferito tornare indietro per evitare di mettersi nei guai. Due persone affacciate alla finestra avrebbero visto questa scena riferita dall’arrestato al gip. Una donna che avrebbe assistito all’agguato del pugile avrebbe detto agli investigatori che la persona che avrebbe sparato era alta 1.70 cm, tarchiato e indossava un tuta blu.
L’arrestato e’ moto robusto, indossava una tuta blu ma e’ alto oltre 1.80. Il 34enne, subito dopo l’aggressione, e’ stato sottoposto alla prova dello stub e la tuta e’ stata sequestrata dagli investigatori. L’avvocato Serino ha presentato per il suo assistito, che si trova in carcere con l’accusa di concorso in tentato omicidio e porto abusivo di arma, la richiesta della misura cautelare ai domiciliari. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Pescara diretta da Pierfrancesco Muriana, sono coordinate dal pm della Procura di Pescara Barbara Del Bono.
Intanto, proprio perché sarebbe un soggetto violento, senza freni inibitori, privo di autocontrollo, con spiccata capacita’ delinquenziale, hanno spinto il gip del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, a disporre la custodia cautelare in carcere per W.N., il 34enne arrestato dalla polizia perche’ accusato di aver partecipato all’aggressione del pugile di 33 anni avvenuta domenica pomeriggio in via Lago di Capestrano, nel capoluogo adriatico.
Il gip, tenuto conto dei precedenti penali e dell’inclinazione delinquenziale di W.N., ha ritenuto che la detenzione in carcere sia l’unica misura in grado di impedire la reiterazione del reato e di garantire l’incolumita’ della vittima. A riprova di cio’ il giudice ha evidenziato che, nonostante la vittima fosse gia’ stata raggiunta da alcuni colpi di pistola, l’arrestato e i complici hanno colpito il pugile, sanguinante, con calci e pugni. Secondo il gip, l’inclinazione delinquenziale di W.N. emerge dalla circostanza che avrebbe partecipato a un gruppo armato il cui obiettivo era di uccidere la vittima. Al momento la persona che ha materialmente sparato non e’ stata ancora rintracciata e catturata. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Pescara diretta da Pierfrancesco Muriana, sono coordinate dal Pm della Procura di Pescara Barbara Del Bono.