L’AQUILA – Una delle maggiori dispersioni d’acqua della Penisola si registra in Abruzzo. La rete idrica regionale disperde mediamente tra il 29 e il 50 per cento, a seconda delle province. Lo dice Legambiente, rifacendosi di dato dell’Istat. L’ Abruzzo, sottolinea, vanta questo primato negativo insieme a Puglia, Sardegna e Molise. Per garantire l’erogazione di 100 litri di acqua, ne occorrono circa 80 in piu’.
Per Luzio Nelli, della segreteria di Legambiente, “si deve passare dalla ‘gestione della domanda’ alla ‘pianificazione dell’offert’: occorre superare l’approccio per cui prima si sommano le richieste idriche (agricole, industriali, civili) e poi si cerca disperatamente di soddisfarle: occorre invece partire dalla disponibilita’ idrica, bacino per bacino, per poi pianificare conseguentemente le attivita’”. La riduzione dei prelievi va promossa in tutti modi, compreso il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura, ma anche nei cicli industriali, dice l’associazione.
“Occorre poi procedere – continua Luzio Nelli – a un ripensamento piu’ generale della pianificazione, che comprenda anche quella territoriale e urbanistica, per incidere ad esempio sul problema dell’artificializzazione e impermeabilizzazione dei suoli che fa confluire gran parte delle acque meteoriche in fognatura diluendo gli scarichi e sovraccaricando inutilmente i depuratori. In questa direzione occorre che la qualificazione del sistema idrico entri a pieno titolo nella ristrutturazione delle nostre citta’, a cominciare dai regolamenti edilizi, rendendo obbligatorio, per tutte le nuove costruzioni, la separazione tra le acque nere, che vanno in fognatura, e acque bianche e grigie da riciclare per usi domestici e civili non potabili”.