GUARDIAGRELE – Via libera da parte dei giudici dell’Aquila al metodo Stamina per Noemi, la bimba di 18 mesi di Guardiagrele per la quale lo stesso tribunale aveva negato la cura. “E’ bellissimo” – ha detto il padre di Noemi, Andrea Sciarretta, 26 anni – . L’ordinanza è definitiva. E’ una notizia che aspettavamo da tempo e ci dà una gioia immensa e una grande speranza. Aspettiamo ora che la promessa diventi concreta con l’avvio delle cure”. Poi si è rivolto al governatore della Regione Abruzzo e ha aggiunto : “Ora non ha più scuse”.
Adesso la bimba, affetta da Atrofia muscolare spinale, potrà sottoporsi a cure con il metodo Stamina nell’azienda ospedaliera Spedali civili di Brescia. La piccola ha un fratellino, Mattia di 5 anni, non affetto da questa terribile malattia genetica che colpisce soprattutto i bambini e progressivamente atrofizza i muscoli, riducendo via via la cassa toracica e impedendo ai polmoni di espandersi e quindi di respirare.
Il Tribunale dell’Aquila ha riformato il provvedimento assunto dal giudice del lavoro Anna Maria Tracanna depositato lo scorso 25 novembre rigettando il ricorso d’urgenza presentato dai genitori della piccina. E’ stata ordinata l’immediata somministrazione delle cellule staminali, già presenti nella struttura sanitaria di Brescia, a favore di Noemi. Una cura che segue la metodologia della Stamina Foundation Onlus. Il papà di Noemi, sta lottando da tempo per l’accesso al metodo per sua figlia. Lo scorso 25 novembre aveva ricevuto l’ennesimo stop di un giudice dell’Aquila, dopo i due tentativi al tribunale di Chieti.
Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, è soddisfatto per la sentenza, ma ha parlato anche di “amarezza perché la bambina, se la situazione non cambierà, potrà essere curata a Brescia solo tra 3 o 4 anni, vista la lunga lista d’attesa”. “Per la sua malattia significa mai. Una storia già vissuta da tutti gli altri pazienti, di cui 8 sono già deceduti nell’ingiustificata attesa”, ha detto Vannoni.
Nel giorno della sentenza parla anche la senatrice Elena Cattaneo che da anni fa ricerca sulle staminali. La senatrice è tornata ancora una volta a bocciare il metodo Vannoni: “L’unica sperimentazione attendibile con l’utilizzo di cellule staminali effettuata in Italia, è stata quella per la cura delle cornee sostenuta dall’Università di Modena-Reggio Emilia con l’ospedale San Raffaele di Milano”. Nel suo intervento sul tema “Big data e scienze sociali” ha parlato anche della polemica per il “caso Stamina”. “Il progetto Stamina non ha valore scientifico”, ha sottolineato Elena Cattaneo.
Pochi giorni fa il Tar del Lazio aveva sospeso il decreto di nomina della Commissione del Ministero della Salute che ha bocciato il ‘metodo Stamina’. Di conseguenza è stato sospeso anche il parere contrario alla sperimentazione ed accolto del padre del metodo, Davide Vannoni. Il ministero della Salute e l’Avvocatura dello Stato stanno valutando se fare ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar. Quella legale non è l’unica strada su cui si muove il ministero. I vertici della Sanità hanno infatti già avviato contatti, anche con scienziati e medici stranieri, per costituire nel più breve tempo possibile una nuova eventuale commissione che possa valutare il metodo Stamina.