AVEZZANO – La stazione di Avezzano era diventata il loro mercato. Alla base c’era un vero e proprio sodalizio delinquenziale basato sulla differenziazione dei compiti e la verticizzazione dei ruoli nella commissione dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Da piu’ di un anno avevano trasformato la stazione ferroviaria e piazza Matteotti in un un punto di riferimento per lo smercio di hashish e cocaina nell’intera Marsica. Scoperti dai carabinieri tre giovani marocchini domiciliari tra Avezzano e Pescina, sono statati arrestati questa mattina in eseucuzione di un’ordine di custodia cautelare in carcere firmato dal gip Maria Proia su richiesta del Pm Roberto Savelli, titolare del relativo procedimento penale.
Le misure restrittive sono state seguite dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Avezzano, unitamente a personale delle stazioni dipendenti e del Nucleo Cinofili di Chieti. I controlli degli investigatori erano partiti dall’estate dello scorso anno e nel corso delle indagini si e’ delineato un costante modus operandi ed il coinvolgimento di alcune figure ricorrenti nella gestione dei loschi traffici.
Lo studio del fenomeno, riscontrato in costante aumento, e le acquisizioni info-investigative, hanno fatto emergere che dietro apparenti singoli episodi di spaccio vi fosse qualcosa di piu’ complesso, una sorta di accordo tra spacciatori locali, tra di loro coesi nella spartizione del mercato e nel reciproco aiuto nel reperimento dello stupefacente.
Vasta e differenziata la clientela del terzetto finito in manette: giovanissimi, studenti, imprenditori, professionisti, coinvolti in circa 400 singoli episodi di spaccio di cocaina e hashish. Attraverso l’esame dei consumatori si e’ arrivati alla certa identificazione di sette indagati, tutti extracomunitari domiciliati in area marsicana. Ruolo sicuramente primario nella gestione del fiorente mercato era espletato dagli arrestati: Rachid Bachich, 26 anni, Hicham Harcha, 29 anni e Mohamed Fareh, 41enne.
I tre, operanti in stretta collaborazione con altri 4 extracomunitari della zona, gia’ noti e deferiti all’autorita’ giudiziaria dai carabinieri, sarebbero stati il centro pulsante di una fittissima attivita’ delinquenziale che si estendeva comprendendo una vastissima clientela, spesso insospettabile e per la maggior parte composta da giovani e giovanissimi, proveniente da tutta l’area marsicana. Per tutti sono stati raccolti consistenti elementi di prova volti a dimostrarne la gravita’ dell’attivita’ di spaccio.
La cessione dello stupefacente avveniva in luoghi dagli indagati facilmente controllabili ma non particolarmente isolati, questo presumibilmente per sottrarsi ad eventuali controlli da parte delle Forze dell’Ordine, luoghi che coprono in maniera strategica, strutturale e capillare l’intera area limitrofa alla ferrovia.