PESCARA – Le vicende giudiziarie sembrano non finire mai per Luciano D’Alfonso. Dopo appena una settimana dall’assoluzione nel processo sulle presunte tangenti al Comune di Pescara, adesso per l’ex sindaco arriva un’altra tegola. Stavolta il pm del tribunale di Pescara Gennaro Varone ne ha chiesto il rinvio a giudizio, nell’ambito della vicenda riguardante la realizzazione della S.S. 81 (Mare-Monti). Big-Luciano all’epoca dei fatti contestati era presidente della Provincia. Stessa sorte per gli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto. La richiesta è stata avanzata, questa mattina, nel corso dell’udienza preliminare davanti al gup Gianluca Sarandrea.
Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio anche per altri sette imputati, vale a dire, il progettista della strada Carlo Strassil, arrestato il 19 aprile 2010; l’ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis, responsabile del procedimento (coinvolto nell’inchiesta sulla cricca del G8 della Maddalena); Valeria Olivieri, commissario straordinario; Cesare Ramadori, del cda della Toto; Paolo Lalli, direttore dei lavori; Michele Minenna, dirigente Anas; Angelo Di Ninni, incaricato dalla Provincia di Pescara di valutare l’incidenza ambientale della variante.
Il gup ha stabilito che la vicenda è di competenza del tribunale di Pescara, tranne per gli imputati Roberto Lucetti, funzionario Anas, e Paolo Cuccioletta, consulente. Per Luccetti il procedimento si sposta a L’Aquila, per Cuccioletta a Roma. Gli imputati devo rispondere, a vario titolo, di corruzione, truffa aggravata, falso ideologico, concussione, violazione delle leggi ambientali. Per l’accusa l’appalto sarebbe stato stravolto per renderlo vantaggioso per l’impresa Toto.