La scelta di tagliare del 5% il contributo relativo al trasporto pubblico, non è stata gradita dal Comune di Teramo.
Secondo l’Amministrazione, infatti, il provvedimento deciso dalla regione Abruzzo apporterebbe ingenti tagli alle percorrenze, visto che il comune da solo non è in grado di coprire la somma mancante.
Un taglio di oltre 100 mila euro che per il territorio teramano significherebbe non riuscire più a garantire il servizio e le corse oggi. Il sindaco ha tenuto ha precisare che Teramo già nel 2011 ha subito altri tagli che avevano già suscitato polemiche tra gli utenti e le associazioni di categoria.
Il comune ha dato il via libera al ricorso, ma non ha chiesto la sospensiva, questo perché il sindaco si augura che nella nuova legge per il terremoto e maltempo blocchi i tagli per i comuni colpiti dagli eventi calamitosi.
E proprio in merito ai tagli il Consigliere regionale delegato ai Trasporti Camillo D’Alessandro intende precisare alcuni punti: “Innanzitutto la Regione ha già predisposto il provvedimento relativo all’esenzione dal taglio del 5%, che il sindaco Brucchi definisce mere “rassicurazioni verbali”, proprio per quelle aree e quei comuni colpiti dall’emergenza sismica degli ultimi mesi. Mi riferisco – spiega D’Alessandro – al cosiddetto “cratere”, che comprende anche il comune di Teramo. Proprio per evitare disparità di trattamento e soprattutto il sovrapporsi di più norme regionali, stiamo aspettando la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’ultimo Decreto terremoto approvato solamente pochi giorni fa. Ed il sindaco di Teramo dovrebbe sapere che in questo Decreto è prevista l’estensione del cratere ad altri 9 comuni di cui 5 della provincia “bistrattata” (parole del sindaco) di Teramo”.
“Le condizioni del trasporto ed i provvedimenti regionali sono quindi legati al sisma ed alla legislazione nazionale, che come Brucchi ben sa, hanno subito numerose modifiche ed integrazioni. All’attuale maggioranza – conclude D’Alessandro – non piace fare polemiche ma i fatti: il progetto di legge depositato sarà discusso a partire dalla settimana prossima o, al massimo, entro 15 giorni, proprio per allineare i tempi di approvazione della norma regionale con quella nazionale.”