MILANO – Vecchi appalti per la sanità lombarda e non solo: le accuse che hanno portato all’arresto questa mattina nella sua abitazione di Arconate di Mario Mantovani, coordinatore “azzurro”, uomo molto vicino a Silvio Berlusconi, nonché, fino a pochi mesi fa, assessore alla Sanità Lombarda e uomo forte di Forza Italia in Regione (ricopriva anche l’incarico di vicepresidente a fianco di Roberto Maroni), spaziano dalla concussione alla corruzione aggravata fino alla turbativa d’asta.
L’indagine, coordinata dall’aggiunto Giulia Perrotti e dal pm Giovanni Polizzi e denominata “operazione entourage”, coinvolge Mantovani «nella sua qualità, all’epoca, di Senatore della Repubblica e Sottosegretario di stato (ai Trasporti, ndr), Assessore alla Salute della Lombardia e Sindaco di Arconate»: come dire che il coordinatore azzurro avrebbe abusato delle sue qualifiche pubbliche per ottenere tangenti in un periodo compreso tra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014. Insieme a lui sono finiti a San Vittore anche il suo braccio estro Giacomo Di Capua, dipendente della Regione e Angelo Bianchi, in qualità di ingegnere del Provveditorato opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria.
Stamattina la Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni nelle provincie di Milano, Pavia, Varese, Vercelli e Rimini, nonché presso gli uffici degli indagati nella sede della sede della regione Lombardia, nonché presso 9 abitazioni e ben 17 enti e società coinvolte nell’inchiesta che finora ha iscritto sul registro degli indagati altre 12 persone. Tra questi anche l’assessore al Bilancio della Regione Massimo Garavaglia, considerato il braccio destro dell’ex governatore Roberto Formigoni.
Mantovani circa un anno fa era stato sfiorato dall’indagine che partendo dagli appalti di Expo gestiti dalla “banda dei vecchietti”, ovvero Gianstefano Frigerio e Primo Greganti si era allargata fino ad accendere un faro sugli appalti per le nuove aree destinate alla costruzione di ospedali e alle forniture in alcuni nosocomi (come Melagnano e Pavia). Indagine che aveva portato all’iscrizione sul registro degli indagati di alcuni direttori sanitari vicini all’allora assessore alla Sanità Mantovani che inizialmente si era rifiutato di sospenderli, da qui sarebbe partito un ulteriore filone che ha portato agli arresti di stamattina.