L’AQUILA – “Sono estraneo ai fatti, l’ho ribadito ai magistrati. Chi ha detto che ho preso tangenti se ne assumera’ la responsabilita’”. Lo ha detto l’ex vice sindaco dell’Aquila, Roberto Riga (Api), indagato per corruzione nell’ambito di presunte dazioni per ottenere appalti nel post sisma. A seguito dell’inchiesta il sindaco Massimo Cialente (Pd), non indagato, ha rassegnato le sue “irrevocabili dimissioni”.
In particolare, stando all’accusa, Riga avrebbe intascato diecimila euro – sui 30 promessi – riposti in una bottiglia di grappa con pezzi da 500 euro. Ad interrogarlo – presenti i suoi legali, Giuseppe Nevio Carugno e Carlo Benedetti, che e’ anche presidente del Consiglio comunale – e’ stato il pm David Mancini che con la collega Antonietta Picardi coordina l’inchiesta denominata “Do ut des”.
“Nel corso dell’interrogatorio – ha riferito lo stesso Riga – sono stato sereno, tranquillo. E’ andata bene. Adesso aspettiamo l’esito dei magistrati. Sono fiducioso nel loro operato, nel loro lavoro. Voglio soltanto dire una cosa: credo di essere l’unico amministratore che si e’ dimesso in Italia a seguito di una informazione di garanzia”. Oltre a Riga, sempre stamani, saranno interrogati Mario Di Gregorio, direttore del settore ricostruzione pubblica del Comune, sospeso dall’incarico, Fabrizio Menesto’, imprenditore di Perugia e, probabilmente, anche Daniele Lago, amministratore della Steda di Bassano del Grappa che con le sue dichiarazioni diede l’avvio alle indagini.