MILANO – Nuovo ciclone in Lombardia. Associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio: ovvero un gruppo di imprenditori che lavorava – in modo illegittimo, si intende – intorno agli appalti pubblici delle aziende ospedaliere lombarde per la gestione dei servizi odontoiatrici affidati all’estero, corrompendo i funzionari incaricati di gestire le gare per indirizzarle a loro piacimento. Tra gli arrestati dell’operazione che gli inquirenti hanno battezzato Smile (in tutto 21 persone) anche un nome eccellente. Si tratta del consigliere regionale della Lega Nord Fabio Rizzi, presidente della commissione Sanità, estensore della recente riforma, considerato da molti una sorta di braccio destro del governatore lombardo Roberto Maroni.
Nei guai anche la moglie di Rizzi, che è agli arresti domiciliari. Entrambi sono accusati di associazione per delinquere: gli inquirenti stanno perquisendo sia l’abitazione della coppia sia gli uffici di Rizzi in Consiglio regionale. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti episodi di corruzione nei confronti di 10 funzionari pubblici, condizionamenti nell’aggiudicazione e nello svolgimento di appalti indetti da aziende ospedaliere della Lombardia, ingerenze nelle procedure di contrattazione con importanti strutture sanitarie private accreditate con il sistema sanitario nazionale.
Il coinvolgimento di Fabio Rizzi «è un fatto di gravità forse maggiore anche rispetto agli episodi degli ultimi tre anni» secondo Umberto Ambrosoli, consigliere del Patto Civico. «Da anni diciamo che la sanità lombarda va messa in sicurezza rispetto alle aggressioni del malaffare e di una pratica corruttiva sempre estesa». Ambrosoli ricorda che Rizzi è stato coordinatore della riforma sanitaria di Maroni mentre «l’assessore titolare della sanità (Mario Mantovani) veniva arrestato e portato a San Vittore con gravi accuse di commistione di interessi. È necessario che almeno oggi la risposta della maggioranza non si fermi, come di consueto, a dichiarazioni di frainteso garantismo, perché non è così che si tutela la eccellenza della sanità lombarda».