PESCARA – Proprio non va giù la manovra fiscale del comune di Pescara. Ora anche i sindacati, compresi quelli dei pensionati, sono scesi in piazza per contestare l’aumento delle tasse. Prima la manifestazione si e’ concentrata in piazza Italia, sotto al municipio, e poi si e’ spostata nella sala del consiglio comunale dove hanno preso la parola i rappresentanti dei sindacati e quindi e’ intervenuto il sindaco Marco Alessandrini, alla presenza del presidente del Consiglio Antonio Blasioli.
Particolarmente duro Paolo Castellucci, segretario dello Spi Cgil, che ha parlato delle difficolta’ dei 30mila pensionati pescaresi, di cui 24mila non arrivano a mille euro al mese. “Capisco tutte le difficolta’ che puo’ avere un Comune – ha detto – ma non accetto che siamo arrivati per la prima volta in dieci anni a non fare un accordo con il Comune, con una giunta di centrosinistra, se si considera che questo e’ stato il primo Comune ad aprire la contrattazione sociale e a mettere la soglia di esenzione piu’ alta, negli anni scorsi. Il confronto con questa giunta ce lo siamo dovuti conquistare, ha aggiunto polemicamente. E non accettiamo – ha proseguito – che paghi di piu’ chi ha redditi catastali piu’ bassi mentre prima queste persone non pagavano perche’ c’erano le detrazioni. Noi rappresentiamo gli interessi di chi lavora e paga le tasse e questi interessi devono essere presi in considerazione come prima cosa, prima di prendere provvedimenti. Non condividiamo che ci si preoccupi del traffico o delle rotatorie, dobbiamo rimettere al centro la condizione di vita delle persone”.
Per Umberto Coccia, segretario della Cisl, sono arrivati solo “piccoli segnali, ma insufficienti”, dopo che i sindacati hanno sollevato la polemica e annunciato la manifestazione anti-tasse, poi sospesa e quindi riproposta per oggi. “Da un lato bisogna avere come stella polare il risanamento e dall’altra difendere le fasce piu’ deboli” – ha detto rivolgendosi al sindaco e ricordando che “nei prossimi giorni si aprira’ il confronto sul bilancio 2015”.
Per Emilia Di Nicola, segretaria della Cgil, “il risanamento non si puo’ fare sulle spalle di chi ha sempre pagato le imposte. E’ opportuno innalzare le soglie Isee e pensare ad una rimodulazione progressiva dell’Irpef. Ci auguriamo – ha detto ad Alessandrini – che per il prossimo bilancio si apra un vero tavolo di concertazione e mettiamo un paletto sui servizi a domanda individuale, perche’ si annunciano dei tagli, ma vogliamo ragionare anche di questo”.
Sull’argomento ha replicato Alessandrini: “Sono convinto che chiunque si fosse trovato al mio posto non avrebbe avuto alternative” ma anche “consapevole che le nostre scelte non determineranno il sorriso dei pescaresi”.
“Nessuno – ha assicurato – compie certe scelte con sadico gusto o a cuore leggero, nessuno vive su un’altra isola. La difficolta’ del tessuto socio-economico e’ nota a tutti. Ma non c’erano alternative, perche’ il Comune sarebbe gia’ in default e gli effetti sarebbero ancora piu’ gravi. Peraltro il Comune ha una grave crisi di liquidita’ e si rischia di non avere i soldi per far funzionare questa macchina. Negli ultimi giorni abbiamo tagliato 4 milioni e rinviato delle spese all’anno successivo e in futuro dovremo valutare il da farsi dopo aver verificato cosa accade alle prime scadenze dei pagamenti”, cioe’ quanto si incassa con le imposte.
Alessandrini ha garantito la “piena disponibilita’ al confronto per il prossimo bilancio e per il pluriennale” e ha sottolineato che avverte una certa difficolta’ a sentirsi “casta”, considerato che fare il sindaco e’ un’impresa “bestiale”, che lui si muove “a piedi o in bici”, senza auto blu e che il suo stipendio e’ di 3500 euro lordi, con tutto cio’ che comporta essere alla guida di una amministrazione come quella di Pescara.