PESCARA – Le nuove aliquote approvate in Consiglio comunale porteranno ad una stangata fiscale tutti i cittadini: addizionale Irpef pressoché quadruplicata per imprese e famiglie. Aliquote Tasi, la tassa che si aggiunge all’Imu, che crescono di una volta e mezza. Tutto cio’ mentre resta ancora da scoprire di quale entita’ sara’ la tassa sullo smaltimento dei rifiuti, la Tari. Sta in queste cifre il senso della stangata fiscale decisa dal Consiglio comunale di Pescara a carico di imprese e famiglie: un trittico che finira’ per dare alla nuova Iuc – cosi’ si chiama in una jungla di nuove sigle la tassa che le riassume tutte – le dimensioni di un vero e proprio salasso. Sottraendo ai cittadini le poche risorse in circolazione, come i famosi 80 euro nelle buste paga piu’ povere, che avrebbero dovuto invece rilanciare i consumi.
Il sindaco di Pescara Marco Alessandrini spiega come stanno le cose, dicendo in sostanza che non si poteva fare altrimenti, per lo stato dei conti dell’ente, e che ora si guarda al futuro: “Sapevamo – dice il sindaco – che sarebbe stata la scelta piu’ impopolare di tutte sin dalla campagna elettorale. Da allora speravamo che, con i conti alla mano, quando sarebbe arrivato il momento, avremmo potuto provare ad evitarla. In questi mesi ci abbiamo provato, girando e rigirando cifre che lasciavano poco spazio a manovre e tentativi. Ora davanti abbiamo solo l’ orizzonte di lavorare per migliorare le cose, con l’impegno di alleggerire la pressione imposta oggi nel prossimo bilancio, per il 2015. Al nostro arrivo abbiamo trovato un bilancio pieno di vuoti, sotto la lente di Corte dei Conti e Revisori e provato da tante spese rinviate e da altre volute a tutti i costi, fatte senza avere la capacita’ di affrontarle e imposte senza considerare le ricadute anche sociali che avrebbero avuto”.
In cassa, una voragine di circa 20 milioni, documentata dalla Tesoreria dell’ Ente, dove entro l’anno dovranno essere reintegrati 30 milioni. Dalla spesa corrente abbiamo tagliato il tagliabile e per andare oltre avremmo dovuto bloccare fino alla fine dell’ anno l’attivit’ di scuole, asili, tribunale, mercati, luoghi della cultura, manutenzione della citta’, protezione civile, rinviando bollette della luce, consumi per il riscaldamento, utenze al prossimo anno e ipotecando cosi’ anche il futuro”.
”Le proposte di ulteriori tagli da parte delle minoranze le abbiamo vagliate con attenzione, ma si sono rivelate irrealizzabili. Senza questa scelta, aggiunge Alessandrini, l’ ente rischia il default, il fallimento. Un commissario prefettizio assumerebbe le medesime iniziative, procedendo a dei tagli lineari, ciechi e indiscriminati. Sulla manovra, conclude, noi abbiamo messo la faccia, sapendo che saremmo diventati impopolari, perche’ la citta’ deve essere portata fuori da questa situazione al piu’ presto, per girare pagina e cominciare a scriverne un’altra, ma stavolta insieme, sapendo che sara’ un impegno durissimo. Ora si pongono le condizioni affinche’ questo ente possa costituire una piattaforma su cui costruire la comunita’ o la nuova citta’ che poi consegneremo al giudizio dei cittadini tra cinque anni”.
Non tyardano ad arrivare le reazioni del centrodestra al comune di Pescara, sulla “stangata” fiscale approvata dalla maggioranza di centrosinistra con il via libera alle nuove aliquote, che comporteranno un introito di “circa 16 milioni e mezzo di euro con un taglio di appena 150mila euro rispetto alla proposta iniziale”.
La polemica riguarda non solo l’aumento delle tasse in generale ma in particolare il comportamento del presidente del Consiglio Antonio Blasioli che, dopo l’approvazione del maxi emendamento della maggioranza, ha “impedito” di discutere gli emendamenti del centrodestra, ritenendo che non ci fossero piu’ i presupposti dal punto di vista tecnico. La presa di posizione di Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Pescara Futura e’ arrivata stamani, in conferenza stampa: “Riteniamo grave l’atteggiamento della giunta, ha detto Marcello Antonelli, capogruppo di Forza Italia, perche’ noi abbiamo formulato una proposta non demagogica sui tagli da attuare (si poteva arrivare a tre milioni e mezzo di taglio delle spese) e ci siamo seduti al tavolo con l’esecutivo ma loro hanno risposto che al massimo i tagli potevano arrivare a 200mila euro, il che vuol dire che c’era una mancanza di volonta’ ad attuarli”.
Si annuncia una vera e propria stangata – ha proseguito Antonelli – mentre poteva essere di dimensioni inferiori. Ma la questione non e’ chiusa, perche’ c’e’ ancora il regolamento senza il quale quelle tariffe non sono applicabili, ma forse c’e’ da avere poca fiducia sul futuro se Blasioli mandera’ in onda la stessa sceneggiatura di ieri. Valuteremo con i legali se e’ possibile pensare ad un’azione su quanto accaduto, anche se in genere le decisioni del Consiglio sono inappellabili”.
Guerino Testa, capogruppo Ncd, ha parlato di “una giunta sorda e cieca di fronte agli appelli delle forze sociali, considerato che la razionalizzazione delle spese e la rimodulazione delle aliquote chieste anche dai sindacati risultano ‘non pervenute’. Su molte cose la giunta si e’ trovata perfettamente d’accordo al suo interno, ha detto sempre Testa, e spiace registrare il silenzio di consiglieri come Padovano, o l’allontanamento dall’aula di Pignoli, cosi’ come dispiace che i giovani presenti in maggioranza siano rimasti silenti e non abbiano avuto neppure un minimo di sussulto”. Illustrando un prospetto su come cambiano le tariffe Testa ha fatto notare i termini della “folle stangata” in base alle varie fasce di rendita e reddito e ha parlato di una “impostazione iniqua per la Tasi, considerato che non ci sono detrazioni per cui le rendite maggiori pagheranno meno, mentre per l’Irfep ci sara’ un aumento per tutti (l’esenzione e’ fino a 15mila euro) e per l’Imu relativa ai comodati d’uso l’aumento sara’ indiscriminato cosi’ come per gli immobili strumentali. Un esempio su tutti: un professionista con abitazione e studio di proprieta’ (di circa 100 mq ognuno) e con reddito lordo di 36mila euro paghera’ circa 1500 euro di tasse, l’86 per cento in piu’ del 2013”.
Per Carlo Masci, capogruppo di Pescara Futura, e’ stata “una operazione antidemocratica e antistorica della maggioranza che non vive la realta’ dei cittadini” e Blasioli “si e’ messo la maglia del Pd e ha seguito le indicazioni del partito. Siamo passati in una notte dall’essere la citta’ meno tassata alla citta’ piu’ tassata. L’unico interesse che hanno e’ fare cassa per spendere i soldi”.
E all’indomani della decisione assunta dall’assemblea cittadina, nonostante la forte pressione contraria di associazioni d’impresa e sindacati dei lavoratori, e’ il direttore della Cna provinciale, Carmine Salce, a proporre qualche primo calcolo sommario: “Per quel che riguarda l’addizionale Irpef comunale, che nel 2013 incideva su un reddito di 25mila euro con una quota di 122 euro, pari allo 0,49%, ora dopo gli aumenti si passera’ a 432 euro, pari all’1,73%. E cio’ incidera’ tanto sugli imprenditori che sulle famiglie”.
I calcoli fatti in via Cetteo Ciglia dicono poi che un ulteriore salasso arrivera’ attraverso la Tasi, ovvero la Tassa sui servizi indivisibili, che gravera’ tanto sui proprietari che sugli inquilini. Ebbene, a fronte di un immobile di 100 metri quadrati adibito ad abitazione principale, dice Salce “si pagheranno adesso 345 euro, contro gli zero euro del 2013 e i soli 183 del 2012”. Per quanto attiene ai rifiuti, poi, la confederazione artigiana pescarese non si attende niente di buono neanche dalla rideterminazione delle tariffe a carico di abitazioni, negozi e laboratori: qualcosa, pero’ – avverte la Cna – dira’ pure il fatto che a pagare la prima rata del 2014 sono stati davvero in pochi, visto che le stime provenienti dallo stesso Palazzo di citta’ parlano di introiti per appena il 20% dei contribuenti interessati. Insomma, una autentica debacle che avrebbe dovuto mettere sull’avviso gli amministratori della città”.