PESCARA – Dopo l’autorizzazione del Comune di Chieti per i tassisti cittadini di poter prestare servizio all’aeroporto di Pescara, qualcuno temeva il peggio. Invece questa mattina i tassisti frentani sono rimasti nel loro territorio.
Infatti delle decine di taxi presenti al Liberi nemmeno uno veniva da Chieti. Questo nonostante l’annuncio da parte dell’assessore comunale del capoluogo teatino Carla Di Biase che, anche stamane, attraverso le colonne del quotidiano “Il Centro”, ha parlato di una vera e propria ordinanza in base alla quale i tassisti di Chieti possono svolgere servizio in aeroporto.
Secondo Uritaxi appare al quanto anomala un’ordinanza di un Comune che ricade sul territorio di un altro Comune, ma va anche precisato che la Di Biase, dal canto suo, fa riferimento ad una circolare dell’Enac, in base alla quale, trattandosi di un’area di demanio pubblico, possono prestare servizio i tassisti di tutti i 4 capoluoghi di Provincia, compreso quelli del Comune di S.Giovanni Teatino. Una circolare non abbastanza autorevole, invece, per Uritaxi che si appella a ben due leggi nazionali e a quanto avviene in 21 aeroporti su 22, dove, in mancanza di un decreto regionale, e soprattutto in assenza di un accordo, sono autorizzati ad operare i tassisti dei Comuni in cui insiste lo scalo, ovvero 85% Pescara, 15% San Giovanni Teatino:
“Un documento, quello del Comune di Chieti, che non ha alcun valore – spiega Antonio Abagnale segretario regionale di Uritaxi – e che anzi ha il solo effetto di accendere ancora più gli animi tra noi e i colleghi di Chieti. Ricordo che la mancanza di un accordo tra i Comuni impone l’intervento della Regione che, al contrario, continua a latitare.”
Un aeroporto da 500/600.000 passeggeri l’anno che, rispetto ai grandi aeroporti italiani, non costituisce una risorsa particolarmente redditizia, ma a maggior ragione quei pochi clienti a disposizione vengono contesi, talvolta, anche con modi poco garbati, dovendo far fronte, come è accaduto stamane, anche ad intrusioni da parte di abusivi, inviati da diversi Hotel dell’area metropolitana, privi di qualsiasi requisito, che invitano i passeggeri ad uscire dall’area aeroportuale per essere caricati sulla Tiburtina:
“E’ una guerra tra poveri che qualcuno vorrebbe inasprire – dice ancora Abagnale, mentre Roberto Negro della Cooperativa Cotape si dice pronto ad azioni ancora più estreme – siamo pronti a ricorrere alla Procura pur di vedere tutelati i nostri diritti.”