ROMA – La consuetudine di fatturare ogni 4 settimana anziché ogni mese potrebbe avere i giorni contati. Potrebbero esserci sanzioni agli operatori di telefonia che non rispettano l’obbligo di cadenza mensile della fatturazione. È quanto deciso dall’Autorità per le comunicazioni, che ha «deciso di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche», si legge in una nota.
Gli operatori hanno adottato una fatturazione a 4 oppure ad 8 settimane (invece che mensile) in tempi diversi, da maggio 2016 ad aprile 2017. La manovra punta a fare pagare (quasi) un mese in più ai loro clienti. «Al fine di garantire massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi vigenti, nonché il controllo dei consumi e della spesa garantendo un’unità standard (mese) del periodo di riferimento delle rate sottostanti a contratti in abbonamento per adesione», con una delibera del marzo scorso, l’Autorità aveva infatti stabilito, ricorda la nota, «che per la telefonia fissa e per le offerte convergenti l’unità temporale per la cadenza delle fatturazioni e del rinnovo delle offerte dovesse avere come base il mese o suoi multipli». Al termine delle verifiche effettuate da Agcom, però, «è risultato che gli operatori menzionati non hanno ottemperato alla delibera dell’Autorità».
«Bene, ma le sanzioni siano ora esemplari». È il commento Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, alla decisione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche.
«A differenza di quanto sostenuto ieri alla Camera dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, al question time, non è vero che il Tar del Lazio il 7 giugno aveva accolto le richieste di sospensiva delle compagnie telefoniche, ma aveva solo anticipato il giudizio di merito. Dunque le compagnie telefoniche hanno proseguito imperterrite a violare la delibera di marzo scorso dell’Agcom, come se fossimo nel Paese delle banane», aggiunge il presidente dell’associazione dei consumatori. «Per questo abbiamo presentato un esposto all’Antitrust, contro il reiterato comportamento degli operatori che si ostinano a fatturare a 28 giorni anche per la telefonia fissa» conclude Dona.
Gli operatori della telefonia – tutti insieme – hanno presentato un ricorso al Tar contro l’ordine che l’Autorità ha inviato loro con la delibera di marzo. Il ricorso è stato depositato con l’assistenza dell’Associazione di categoria che opera in Confindustria).