SAVONA – Continua a crescere il bilancio del sisma che ha devastato il Nepal. Secondo gli ultimi bilanci che arrivano dalle autorità locali le vittime sono già più di 4 mila e i feriti almeno 7 mila. A questi si aggiungono un centinaio di persone che hanno perso la vita nei paesi vicini, tra i quali India e Cina.
Nel tragico bollettino di morte anche quattro italiani. Renzo Benedetti, 60 anni, direttore della scuola di alpinismo di Cavalese, e Marco Pojer, cuoco in una scuola materna, sono stati travolti da una frana a 3.500 metri di quota mentre portavano medicinali a un’anziana nepalese che conoscevano dalle precedenti spedizioni. Le altre vittime italiane sono due speleologi del Soccorso alpino, la 50enne anestesista marchigiana Gigliola Mancinelli e Oskar Piazza, travolti dalla frana che ha distrutto il Langtang Village alle pendici dell’Himalaya.
Sono invece quaranta gli ancora irreperibili, secondo quanto riferisce la Farnesina: «Le segnalazioni pervenute alla Sala Operativa dell’Unità di Crisi nel corso delle ore successive di sabato hanno consentito di rintracciare sinora – oltre agli 8 turisti inizialmente registrati – più di 300 connazionali non registrati presenti nell’area colpita» si legge in una nota.
Timori rientrati invece per la bergamasca Fiorella Fracassetti, 39 anni, di cui inizialmente si erano perse le tracce così come per il veronese Giovanni Cipolla (24 anni). Fortunatamente erano accampati in una zona lontana da quelle colpite dalla valanga provocata dal terremoto del Nepal anche i due fanesi con la passione per l’alpinismo, partiti da alcuni giorni per una vacanza. Pietro Marcucci, 49 anni, titolare di una gioielleria nel centro storico di Fano, e Luca Cantiani, 50 anni, sono riusciti a mettersi in contatto con le rispettive famiglie. I due amici, che condividono la passione per l’alpinismo, erano partiti il 16 aprile e sarebbero dovuti rientrare a Fano il 10 maggio.
Con il passare dei giorni emergono nuovi particolari sul giorno del terremoto. Secondo quanto riferisce l’associazione Ev-K2-Cnr, sulla base di quanto riportato ieri dagli sherpa, alcune persone, impossibile dire quante, sarebbero state inghiottite dai ghiacci nei crepacci che si trovano in una delle zone più pericolose dell’Everest, quella che collega il campo base al Campo 1. Il dramma sarebbe la conseguenza di un fenomeno diverso rispetto a quello delle due valanghe che hanno interessato la zona.
Intanto il Paese continua a tremare. Una scossa di magnitudo 4,2 gradi sulla scala aperta Richter, con epicentro a 42 chilometri ad ovest di Katmandu, è stata l’ultima replica sismica registrata oggi alle 6:24 locali (le 2:39 italiane) dal Centro sismologico mediterraneo europeo (Emsc). Lo stesso Emsc precisa che dopo la prima scossa di magnitudo 7,9 Richter di sabato, sono state 45 le scosse superiori a 4,5 gradi e 15 quelle sopra 6,5 gradi.