L’AQUILA – E’ stata archiviata l’inchiesta aperta a Roma sull’acquisizione di un servizio di noleggio di bagni chimici per le esigenze della popolazione abruzzese colpita dal sisma del 6 aprile 2009. Ne da’ notizia il Dipartimento della Protezione civile, ricordando che il procedimento, partito dall’esposto di una ditta operante nel settore che lamentava presunti favoritismi nei confronti della societa’ aggiudicataria degli appalti banditi dalla protezione civile negli anni 2005 e 2006, vedeva coinvolti anche Guido Bertolaso e Angelo Borrelli, che all’epoca dei fatti erano rispettivamente capo e direttore dell’Ufficio amministrazione e bilancio del Dipartimento.
Il gip di Roma, si legge nella nota della Protezione civile, “ha verificato sia la correttezza dell’operato dei funzionari nelle operazioni di gara, sia la regolarita’ delle proroghe disposte per il servizio di noleggio dei bagni chimici in occasione del terremoto dell’Aquila”. In particolare, sottolinea la Protezione civile, il gip ha chiarito che “nessun favoritismo e’ stato compiuto con i provvedimenti di ‘proroga tecnica’, adottati dal Dipartimento della Protezione civile per fronteggiare l’emergenza avvalendosi della societa’ gia’ affidataria”.
Al contrario, “l’archiviazione – continua la nota – evidenzia come grazie ai provvedimenti di ‘proroga tecnica’ sia stato possibile l’impiego di 4mila bagni chimici per fronteggiare le esigenze di assistenza alla popolazione e allo stesso tempo si sia ‘consentito all’erario di risparmiare ingenti somme'”.
Alla societa’ incaricata del servizio, infatti, e’ stato corrisposto l’importo di 19,50 euro al giorno per il noleggio del singolo bagno, contro i 32,80 euro cui avrebbe avuto diritto se si fosse proceduto all’aggiudicazione della nuova gara per l’affidamento prorogato: gara bloccata “a causa delle azioni proposte” dalla societa’ denunciante, che ne era stata esclusa avendo presentato un’offerta “particolarmente elevata”, pari a 179,30 euro al giorno per lo stesso servizio. Il risparmio per l’erario e’ stimabile in oltre 10 milioni di euro, che sarebbero stati necessari qualora fossero stati applicati i nuovi corrispettivi dell’appalto. La decisione del giudice di Roma, “oltre a porre fine alla vicenda giudiziaria, conferma come i funzionari del Dipartimento della Protezione Civile – conclude la nota – abbiano sempre operato nell’esclusivo interesse della pubblica amministrazione, garantendo il servizio indispensabile all’assistenza alla popolazione ‘in situazioni di emergenza con notevole abbattimento dei costi”.