PINETO – Un delfino è stato avvistato nelle acque del litorale Teramano di Cologna Spiaggia e di Scerne di Pineto, dove alcuni bagnanti incuriositi dalla fuoriuscita di una pinna dall’acqua, hanno scorto l’esemplare di un delfino ”comune”. Sul posto si sono recati gli uomini della Guardia Costiera di Silvi che gia’ da alcuni giorni monitoravano il mammifero, poiche’ avvistato anche all’interno dell’Area Marina Protetta di ”Torre del Cerrano”.
Intanto il Wwf di Teramo prende posizione sulle turbosoffianti, definitè “insostenibili”, nell’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano. secondo l’associazione occorre avviare forme di collaborazione tra il Parco ed i vongolari nell’interesse del mare. In questi ultimi giorni il CoGeVo Abruzzo (Consorzio per la gestione pesca dei molluschi bivalvi nel Compartimento di Pescara) ha protestato contro il divieto di accesso nell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano per le cosiddette “turbosoffianti”, cioe’ le imbarcazioni per la pesca delle vongole che usano sistemi di dragaggio dei fondali palesemente incompatibili con l’ecosistema marino. Un sistema vietato in qualsiasi altra Area Marina Protetta italiana, ricorda l’associazione ambinetalista in una nota. Tale divieto trova giustificazione nel fatto che il lavoro di dragaggio dei fondali che questi “rastrelli” effettuano lungo le coste e’ una delle principali cause di impoverimento della fauna ittica: con questa devastante azione di setaccio vengono infatti completamente distrutte tutte le forme di vita e viene ostacolata l’attivita’ riproduttiva di molte specie ittiche che avviene prevalentemente sottocosta grazie alla ricchezza di luce che caratterizza i bassi fondali. Questa tecnica di pesca distruttiva per l’habitat marino comporta inoltre problemi anche per l’intorbidimento delle acque, a causa della tanta sabbia portata in sospensione dalle pompe idrauliche (un fenomeno che i bagnanti piu’ mattinieri constatano sulla costa abruzzese).
Viene inoltre ridotto in maniera sostanziosa il materiale di deposizione sugli arenili, per via delle tonnellate di conchiglie prelevate giornalmente e questo facilita anche l’azione erosiva delle coste. L’azione delle turbosoffianti – prosegue la nota – andrebbe quindi bandita in ogni luogo della costa italiana, lasciando invece spazio a sistemi di pesca tradizionali, meno invasivi e meno dannosi. In ogni caso lo spazio a disposizione del CoGeVo e’ di 82 km di costa ed e’ ben strano che non si possa rinunciare agli appena 7 Km di costa dell’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano. La strada e’ quella di pescare meno e guadagnare di piu’ e questo e’ possibile valorizzando il prodotto, anche attraverso la stipula di appositi accordi (ad esempio pesca controllata nelle aree contigue all’Area Marina e marchio di qualita’ per un prodotto prelevato con tecniche meno invasive), come gia’ avviene in altri parchi marini italiani. Queste sono state le proposte avanzate dall’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano, ma purtroppo – conclude la nota – non sono mai state accettate”.