ROMA – Arresti domiciliari per l’avvocato Manlio Cerroni, che da anni controlla la discarica di Malagrotta, per l’ex presidente della Regione Lazio, Bruno Landi e altre cinque persone. Li ha firmati il gip su richiesta della procura di Roma che ipotizza il reato di truffa. Le indagini sono condotte dai carabinieri del Noe che lavorano anche sull’ipotesi di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico dei rifiuti.
Agli arresti domiciliari, oltre a Cerroni e Landi, sono finiti Luca Fegatelli, Francesco Rando, Piero Giovi, Raniero De Filippis e Pino Sicignano. Sono stati inoltre sequestrati 18 milioni di euro per equivalente, tra beni e proprieta’. Il provvedimento e’ stato eseguito dalla Guardia di Finanza su ordine del gip nei confronti della Giovi e della Pontina Ambiente, due societa’ che fanno riferimento ad alcuni dei soggetti finiti questa mattina agli arresti domiciliari.
Il gip Massimo Battistini, nel provvedimento con cui ha disposto gli arresti domiciliari per il patron dell’area di Malagrotta e per altre 6 persone, (per i reati di associazione per delinquere, traffico di rifiuti, frode in pubbliche forniture, truffa e falso ideologico) sottolinea che si tratta di “fatti di inaudita gravita’ anche per le dirette implicazioni sulla politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla collettivita’” legati all’esistenza, dal 2008, di una stabile struttura organizzativa “informale” sovrapposta a quella formale delle societa’ relative al gruppo imprenditoriale guidato da Manlio Cerroni (chiamato con l’appellativo di “Supremo”) con “un indeterminato programma criminoso e un assetto variabile secondo le attivita’ svolte, le vicende della vita o i cambiamenti all’interno dell’apparato politico-amministrativo”.