MOSCIANO SANT’ANGELO – Cinque persone arrestate tra titolari e dipendenti di un’azienda. Sotto sequestro anche un impianto di stoccaggio di rifiuti a Mosciano S.Angelo. L’operazione è stata eseguita questa mattina dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Pescara in esecuzione di un provvedimento del Gip de L’Aquila Gargarella, su richiesta del Sostituto Procuratore della DDA Mancini, al termine di un’attività investigativa svolta dal NOE dal giugno 2011 alla fine del 2013.
L’indagine riguarda la raccolta, il trasporto e lo stoccaggio di olio vegetale esausto effettuato in maniera irregolare con conseguenti notevoli profitti per gli indagati e consistenti perdite economiche per le ditte concorrenti. Gli indagati -secondo gli investigatori- “si sono associati tra loro al fine di commettere una serie indeterminata di reati in materia di rifiuti nonché contro il patrimonio in danno di aziende concorrenti”. Carlo Benincaso, titolare della ditta di raccolta “Adriatica Ambiente”, che opera a Mosciano Sant’Angelo fungeva “da organizzatore, promotore e capo, la moglie e collaboratrice aziendale, avrebbe redatto formulari di identificazione rifiuto contenenti dati falsi e false scritture ambientali per nascondere i reati commessi agli organi di controllo simulando una corretta gestione dei rifiuti”.
Tali attività -stimano gli investigatori- “hanno causato una perdita economica annuale di almeno 200.000 euro per ogni azienda concorrente corrispondente alle minori quantità di rifiuto raccolto, rifiuto che viene reimmesso sul mercato per essere recuperato per la produzione di carburante biodiesel. Gli infiniti episodi di sottrazione indebita o in maniera fraudolenta dell’olio si verificavano sia presso i contenitori stradali utilizzati per la raccolta pubblica sia in danno di esercizi commerciali e di ristorazione. Con tali Comuni ed esercizi le ditte concorrenti avevano stipulato contratti esclusivi per la raccolta del rifiuto il cui ritiro avveniva dietro riconoscimento di un compenso pari a circa 150 euro a tonnellata. Diversi sono anche gli episodi di atti violenti o sleali di cui è accusato ill titolare della ditta incriminata e dai suoi dipendenti verso autisti e mezzi delle aziende concorrenti: sabotaggi, pedinamenti, trancio delle valvole dei pneumatici, furto delle chiavi del mezzo, sempre al fine di impedire un regolare svolgimento della loro attività”.
Singolare invece il fatto che durante alcune perquisizioni e in occasione di un arresto in flagranza di uno dei dipendenti, sono state sequestrate dal NOE alcune agende “sulle quali erano annotati i luoghi ove venivano commessi i furti e la mancata redazione dei relativi documenti ambientali”. Benincaso è stato tradotto in carcere mentre la moglie collaboratrice e i dipendenti sono ai domiciliari.