PESCARA – L’iter processuale della vicenda relativa al crollo dell’hotel Rigopiano è iniziato questa stamattina. La prima udienza preliminare ha dato il via al lungo percorso legato alla tragedia avvenuta a gennaio 2017.
Tra i 40 indagati, 25 sono quelli per i quali il Gup Gianluca Sarandrea dovrà esprimersi per l’eventuale rinvio a giudizio. Sugli altri, tra cui tre presidenti di Regione, il 16 ottobre il giudice dovrà decidere riguardo all’opposizione all’archiviazione chiesta dalla stessa Procura per la parte dell’inchiesta riguardante la mancata realizzazione della Carta Valanghe.
C’è poi un terzo filone, anche questo non meno delicato, relativo al ritardo dei soccorsi. L’inchiesta madre, però, quella per la quale il Procuratore Capo Massimiliano Serpi ed il Sostituto Procuratore Andrea Papalia ipotizzano i reati più gravi e cioè disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, abuso d’ufficio e falso ideologico si concentra su 25 posizioni riconducibili a ben 4 enti, ci sono dirigenti della Prefettura e della Regione, ma anche la Provincia ed il Comune di Farindola.
Tra gli indagati l’ex presidente della Provincia Antonio Di Marco, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, il responsabile della Gran Sasso Resort Bruno Di Tommaso, la stessa società Gran Sasso Resort come persona giuridica, il comandante della Polizia Provinciale Giulio Honorati ed altri tra dirigenti e funzionari. Ovviamente particolarmente interessati allo sviluppo del processo i parenti delle vittime presenti, anche oggi, in massa al tribunale per far sentire la propria voce con la speranza che siano giustizia e verità a trionfare.
Auspicando che non ci siano difetti di notifica, nell’udienza di oggi si dovrebbe intanto affrontare il tema della costituzione delle parti civili con relativa discussione per poi aggiornare il tutto ad una seconda udienza presumibilmente subito dopo la pausa estiva.