L’AQUILA – “Una campagna di sospetti con ricostruzioni arbitrarie e tendenziose. Terrò fede ai miei doveri costituzionali”. Dopo giorni di polemiche che hanno interessato il Quirinale nella vicenda della presunta trattativa tra Stato e mafia nei primi anni ’90, il Presidente Napolitano interviene in prima persona. “In questi giorni – dice il Capo dello Stato in visita a L’Aquila – è stata alimentata una campagna di insinuazioni e sospetti sul presidente della Repubblica e sui suoi collaboratori costruita sul nulla”. Si sono “riempite pagine di alcuni quotidiani con le conversazioni telefoniche intercettate in ordine alle indagine giudiziarie in corso sugli anni delle piu’ sanguinose strage di mafia del ’92-’93 e se ne sono date interpretazioni arbitrarie e tendenziose e talvolta perfino manipolate”.
Ma sulla vicenda, Napolitano rivendica “l’assoluta correttezza della presidenza della Repubblica e dei suoi collaboratori, ispirata soltanto a favorire la causa dell’accertamento della verita’”. “Io ho reagito con serenita’ e con massima trasparenza rendendo noto anche il testo di una lettera riservata al procuratore generale della Corte di Cassazione”. “Continuero’, perche’ e’ mio dovere e prerogativa, ad adoperarmi affinche’ vada avanti nel modo piu’ corretto ed efficace, attraverso il necessario coordinamento, l’azione della magistratura. I cittadini possono stare tranquilli – conclude – terrò fede ai miei doveri costituzionali”.