L’AQUILA – Le indagini saranno ora concentrate su tre filoni. Ieri il blitz, oggi alla Procura dell’Aquila gli investigatori di Carabinieri e Polizia iniziano a fare il punto sul materiale acquisito negli uffici della Regione nel capoluogo e a Pescara, e nelle abitazioni di alcuni degli indagati negli almeno tre filoni di indagine aperti sugli appalti in Abruzzo.
Le ipotesi di reato sulle quali si indaga, a vario titolo almeno tredici persone sono quelle di corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Delle tre inchieste l’unica che si riferisce alla ricostruzione post-terremoto non vede tra gli indagati il presidente della Regione Luciano D’Alfonso: si tratta della gara d’appalto da 13 milioni per Palazzo Centi, sede storica della Giunta regionale d’Abruzzo. Qui gli indagati sono gli appartenenti alla commissione, e si ipotizza il tentativo di favorire la ditta che è arrivata terza nella gara. La commessa, dopo un lungo iter, è stata aggiudicata alla Edil Costruzioni Generali Srl di Isernia che ha operato un ribasso del 35%.
Gli altri filoni, quelli in cui è coinvolto D’Alfonso, sono relativi –secondo quanto si è appreso- a lavori preventivati ma non ancora assegnati per l’Ater di Pescara e a interventi previsti dal Masterplan in valpescara per la realizzazione del Parco tematico del Lavino. In una nota il governatore aveva parlato anche di una richiesta di proroga delle indagini relativa alla città di Penne: qui si tratterebbe di una vicenda legata alla cessione di un ex plesso scolastico.
Gli indagati sono collaboratori interni ed esterni alla Regione, professionisti e imprenditori. Tra i nomi più in vista dell’intera inchiesta ci sono Claudio Ruffini, ex presidente della Provincia di Teramo, Virgilio Basile, amministratore unico dell’Ater di Pesscara, e Gianluca Marcantonio, componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, e di recente entrato a far parte del comitato scientifico del commissario per la ricostruzione Vasco Errani.
Il presidente D’Alfonso si è detto “totalmente estraneo alle vicende” auspicando “una loro rapidissima definizione” e sottolineando la fiducia nella magistratura. Il vicepresidente Giovanni Lolli ha aggiunto “Le tre inchieste non riguardano il vertice politico, sono convinto che per la commissione di gara di Palazzo Centi e per i due appalti di Penne e Pescara, sia stato fatto un buon lavoro, salvo quanto accerterà la magistratura nella quale abbiamo molta fiducia”. Intanto il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Domenico Pettinari ha annunciato una interrogazione urgente per chiedere a D’Alfonso di riferire in aula sugli appalti regionali al centro delle indagini.
Sull’argomento sono intervenuti anche i consiglieri regionali di Forza Italia e Ncd:“E’ davvero un brutto momento per l’Abruzzo, colpito duramente dalle calamità naturali ed anche dalla triste perdita di tante vite umane. Colpito, ancora una volta, da inchieste giudiziarie che stavolta indicano il centrosinistra ed addirittura il vertice della Regione come responsabili di fatti penalmente rilevanti. Naturalmente, per parte nostra, ci asteniamo dagli improvvidi e strumentali commenti che alcuni esponenti del Pd in passato ci hanno rivolto quando inchieste poi sgonfiatesi e finite nel dimenticatoio avevano investito la nostra parte politica”.