PESCARA – E’ tutto incentrato sulla “durata di vita utile del giacimento” il quesito referendario ammesso oggi dalla Corte costituzionale. In particolare, con il referendum si chiede di pronunciarsi sulla previsione che le concessioni petrolifere gia’ rilasciate durino fino all’esaurimento dei giacimenti.
Il quesito era stato riformulato con l’ordinanza emessa il 7 gennaio dalla Cassazione, sulla base delle modifiche introdotte in materia dall’ultima legge di Stabilita’: mentre gli altri 5 quesiti – inizialmente dichiarati ammissibili dalla Cassazione – erano venuti meno proprio in ragione delle nuove norme, l’Ufficio centrale per i referendum della Suprema Corte, per il sesto, aveva rilevato che la legge, in tal modo, proroga di fatto “i termini gia’ previsti dalle concessioni stesse”.
Il referendum era stato chiesto da 10 Consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise). Ma l’Abruzzo, il 14 gennaio scorso, aveva deciso di rinunciare, revocando la procura rilasciata all’avvocato che in udienza ha rappresentato i delegati dei Consigli regionali. La chiamata alle urne per il riferendum sara’ possibile nella prossima primavera.
“Accolgo con grande rispetto la decisione della Consulta sul referendum residuale. Questa circostanza non modifica le strategie della Giunta che presiedo la quale, e’ bene ricordarlo, e’ stata tra le prime a promuovere il ricorso all’iniziativa referendaria per contrastare l’arrivo di Ombrina”. Lo afferma il presidente della Regione Luciano D’Alfonso.
“Accolgo positivamente – prosegue – la notizia secondo la quale il Governo ha in preparazione un intervento normativo sulla durata delle trivellazioni, a dimostrazione del fatto che la linea del dialogo e’ quella giusta. Domani, come noto da tempo – ricorda infine il governatore – saro’ a Palazzo Chigi dal Sottosegretario Claudio De Vincenti per ottenere risultati fattivi nella tutela del mare blu e delle isole Tremiti”.