PIZZOLI – L’amministrazione comunale è in “totale dissenso” per la mancanza di coinvolgimento nei procedimenti di assegnazione dei migranti e dei richiedenti asilo. Un documento in cui vengono spiegate le ragioni è stato approvato in Consiglio Comunale.“Premesso che il Comune di Pizzoli – si legge – è un comune accogliente nei confronti dei migranti e dei richiedenti asilo e che ha già in atto un progetto di prima accoglienza per 16 migranti, gestito dall’Arci aquilana, con cui collabora mediante apposita convenzione per il coinvolgimento nelle attività lavorative comunali. Inoltre, è già attivo un canale di accoglienza di tipo privato che vede sul territorio la presenza di circa una ventina di altri migranti presso una struttura alberghiera locale; tra questi vi è un minore e pertanto è stato nominato tutore il sindaco. Per di più, il Comune si è fatto promotore e parte attiva dell’accoglienza in favore dei migranti, prevedendo per le annualità 2016-2017 15 posti di accoglienza stabile per gli immigrati”.
In totale, secondo le ultime assegnazioni, il Comune di Pizzoli dovrebbe ospitare sul proprio territorio 106 migranti, oltre al minore, assegnati e gestiti direttamente dalla Prefettura mediante bandi rivolti ad associazioni private. “Nella riunione di febbraio in Prefettura è stato evidenziato un programma di riparto migranti deciso unilateralmente e non concertato con i sindaci interessati. Tale numero – dice ancora il sindaco – rapportato alla popolazione del comune di Pizzoli è esorbitante non di per sé, ma se confrontato sia al dato insignificante degli altri comuni assegnatari, tra cui anche comuni come Avezzano, Sulmona, L’Aquila (destinatari, in proporzione, di un numero molto più basso di migranti) e sia al fatto che non tutti i comuni della provincia dell’Aquila sono destinatari di tale assegnazione”.
“Tale modo di procedere – è ancora specificato – casuale e occasionato esclusivamente dalla richiesta di privati-associazioni e che non tiene in debito conto gli equilibri del contesto sociale di assegnazione, realizza un effetto numerico al limite della compatibilità con le esigenze di ordine pubblico ed un inspiegabile squilibrio tra gli interessi degli abitanti del paese e quello delle persone migranti assegnate, snaturando totalmente l’obiettivo di fondo dell’accoglienza e dell’inserimento nel contesto sociale della comunità di assegnazione”.
La lettera termina con il dissenso sulle modalità di affidamento dei migranti e nei territori comunali e con la richiesta formale di coinvolgimento dei comuni. “Il documento propone al Ministero dell’Interno ed alla Prefettura di L’Aquila di coinvolgere formalmente i Comuni nei processi di assegnazione e di riparto dei migranti, anche quando questi avvengano al di fuori delle procedure SPRAR; ciò in quanto il Comune, in base a specifici articoli della Costituzione, non può semplicemente subire tale unilaterale decisione e il sindaco è autorità locale e di pubblica sicurezza. Inoltre si richiede di dare immediata attuazione alla circolare del Ministero Interno n.1254 del 27.1.2016 e quindi di evitare di prevedere l’accoglienza dei migranti nei territori in cui siano già presenti centri SPRAR e di concentrare le assegnazioni prevalentemente sui territori ove non insistono tali tipologie di progetti”.