ROSCIANO – Lo hanno trovato. La storia di Roberto Di Santo finisce a Rosciano, dove il “Bombarolo” di Roccamontepiano è stato bloccato questa mattina dai carabinieri. Le ricerche sono state coordinate dal sostituto procuratore del Tribunale di Pescara Silvia Santoro. Nei giorni scorsi lo cercavano tutti, soprattutto le forze dell’ordine dopo i vari attentati che Di Santo ha compiuto nei giorni scorsi. Ieri sarebbe stato l’ultimo giorno della sua “sparizione”, così come aveva dichiarato lui stesso in un videomessaggio. Dieci giorni e sarebbe riapparso, come per magia. In realtà non è stato così.
Adesso, dopo una ricerca che ormai andava avanti da giorni, finalmente è stato scoperto. Lui e il suo camper si nascondevano in una rimessa nel piccolo comune dell'entroterra pescarese, luogo dove il Bombarolo progettava tutti i suoi colpi e registrava i suoi videomessaggi. Di Santo è stato preso intorno alle 13 in contrada Pescara Secca sulla Bonifica di Rosciano in uno dei tanti capannoni passati al setaccio dai militari dell'Arma.
“Fin dai primi giorni – ha spiegato il colonnello Marcello Galanzi in conferenza stampa – abbiamo effettuato numerose battute e rastrellamenti, anche con l'elicottero, individuando casolari che meritavano attenzione. E proprio in uno di questi casolari abbandonati e' stato visto dagli uomini del radiomobile di Pescara il camper di sua proprieta', che era coperto, e lo stesso Di Santo, che ha accennato un moto di fuga ma ha desistito immediatamente”.
L'uomo ha chiesto – per cortesia – altri due giorni di liberta' per andare a Roma e compiere qualche altro gesto eclatante per richiamare l'attenzione sulla sua situazione e sullo stato di ingiustizia sociale che – secondo lui – attanaglia il mondo. Ha anche detto ai carabinieri che se dovessero leggere il suoi libri sarebbero d'accordo con lui. Il 'bombarolo' occupava anche un altro capannone, li' a fianco, dove aveva ricavato una nicchia nella quale ha dormito. E' stata sequestrata una bombola di gas piena, una pistola ad aria compressa priva di tappo rosso e la bicicletta usata per muoversi (non sembra abbia utilizzato altri mezzi se non , forse, un bus). Trovati anche il suo computer portatile e vari cd (vuoti e non).
“Allo stato – ha detto sempre Galanzi – sembra non aver avuto complici ma non lo escludiamo”. Ha assicurato che non voleva far male a nessuno. Il suo piano era stato messo in piedi dettagliatamente da mesi, quando si e' procurato un nascondiglio, e il camper (con una tv all'interno) era nascosto a Rosciano da martedì scorso, quando ha posizionato il primo ordigno a Villanova di Cepagatti. Aveva viveri a sufficienza e un gruppo elettrogeno. Adesso si trova rinchiuso nel carcere di Pescara, dove è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per i reati di tentata strage e danneggiamenti aggravati a seguito di incendio.