L’AQUILA – Corruzione, peculato, estorsione, falso e truffa ai danni dello Stato. Sono i reati contestati nei confronti di un tecnico in servizio al Dipartimento della Protezione civile, il maresciallo Rocco Ragone, 51 anni, di Mola di Bari, adesso messo ai domiciliari.La vicenda si riferisce ad appalti del post sisma.Il giudice ha disposto il sequestro preventivo dei beni nella disponibilità dell’indagato, risultati di valore sproporzionato rispetto alle fonti di reddito dichiarato.
Nell’inchiesta sono coinvolte altre sei persone. Nei confronti di un imprenditore – al quale e’ stato contestato il reato di corruzione e di frode nelle pubbliche forniture – e’ stato prescritto l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Per gli altri cinque indagati, tutti imprenditori della provincia dell’Aquila, Teramo e Potenza, accusati di frode nelle pubbliche forniture, il gip ha disposto la sospensione dell’esercizio dell’attivita’ imprenditoriale.
Le indagini, delegate al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza dell’Aquila, si sono soffermate sull’attivita’ del principale indagato che avrebbe sfruttato la propria posizione nell’ambito della struttura appaltante per opere di somma urgenza realizzate a seguito del sisma del sei aprile 2009. Nell’ambito dell’attivita’ investigativa le Fiamme Gialle hanno accertato come l’incaricato di pubblico servizio, inquadrato quale sottufficiale del Genio Militare, avesse usufruito di beni per scopi personali (autovetture fornite regolarmente dalle imprese alla stazione appaltante). Inoltre, e’ stato svelato come si sia reso responsabile di una serie di reati commessi grazie ad imprenditori compiacenti nel corso del 2011. In tale contesto e’ emerso che gli sia stato donato un carrello appendice e una utilitaria da una ditta favorita nell’esecuzione dei lavori appaltati, che aveva realizzato, con la necessaria complicita’ del sottufficiale, le strutture di alcuni Map (Moduli abitati provvisori) con materiale scadente ed in modo difforme dalle norme di costruzione.
Inoltre, in occasione del funerale di un parente, l’indagato si era falsamente presentato ad un’impresa di pompe funebri come appartenente alla Guardia di Finanza minacciando l’invio di un controllo fiscale, ottenendo, così uno sconto. Nel corso della realizzazione delle platee di alcuni map sono stati artefatti – stando sempre alle indagini – i campioni di calcestruzzo destinati alle prove di resistenza del cemento armato. Grazie alla collaborazione dell’universita’ dell’Aquila sono state riscontrate alcune carenze strutturali che gli enti preposti, informati dalla Procura della Repubblica, dovranno sanare.
Ragone come sottufficiale dell’Esercito, era stato chiamato a far parte della task-force denominata “Gran Sasso”. Si tratta, in particolare, dell’aliquota militare creata per la verifica dell’esecuzione dei lavori di costruzione dei Map per il rispetto delle Ordinanze emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e delle tecniche di progettazione emanate dal Dipartimento della Protezione Civile. Ragone, incaricato di pubblico servizio, aveva “ampia capacita’ di gestione degli appalti per la costruzione dei Map”, seppur sotto il controllo di superiori gerarchici. Le presunte irregolarita’ sono state riscontrate sui Moduli Abitativi Provvisori di Cansatessa, San Vittorino e Tempera 2 (n. 2 e n. 4).
Le persone indagate, si e’ poi appreso, sono in tutto dieci (compreso Ragone) due delle quali coperte da ‘omissis’. Si tratta di Luigi Giammarino, 40 anni, di Atri residente a Montefino; Maria Savini, 36 anni, nata a Teramo, residente a Isola del Gran Sasso; Mauro Rinvenuto, 51 anni, nato a Vittorito, residente a Pratola Peligna; Alvaro Tollis, 50 anni, nato e residente a Sulmona; Massimo Di Donato, 51 anni, nato e residente a Teramo, coinvolto in qualita’ di procuratore speciale della “Meg Costruzioni Srl”; Giancarlo Di Bartolomeo, 46 anni, di Teramo, amministratore unico della “Meg Costruzioni Srl; Nicola Gioscia, 62 anni, nato a Laurenzana (Potenza) e residente a Tito Scalo (Potenza).