PESCARA – “Un intenso lavoro durante il quale sono state reperite risorse, attivate procedure e sottoscritti 1.000 contratti giuridicamente vincolanti per aprire i cantieri”. E’ la conclusione del presidente della Regione Luciano D’Alfonso. Dall’alto delle sue 7.600 ore di lavoro, 172 mila chilometri percorsi, 36 infrazioni di cui 12 gia’ pagate personalmente e 14 in corso di corresponsione, 1.579 delibere di giunta approvate, 197 decreti presidenziali e 205 atti commissariali, 3 lettere anonime e tre denunce formalmente sottoscritte, D’ Alfonso ha archiviato il 2015 con obiettivi raggiunti che a suo dire “danno credibilita’ all’azione di governo” sia per la qualita’ e sia per l’ampia portata. In una sala gremita di stampa, assessori e consiglieri, D’Alfonso ha ripercorso i grandi temi affrontati partendo da un quadro economico in ripresa, come da fonte Istat.
Il Pil cresce di +0,3 per cento, diminuiscono di 9 mila unita’ i disoccupati, cresce del + 3,4 per cento la produzione industriale e di un + 3,5 per cento l’export. Condizioni economiche favorevoli al cui conseguimento ha contribuito anche l’attivita’ della Giunta regionale grazie agli 11 milioni per il microcredito, il programma Garanzia Giovani che in Abruzzo fa transitare dal tirocinio al lavoro 1 giovane su 3.
E ancora i 100 milioni di euro investiti sui contratti di sviluppo locale. Quindi ha ricordato i fondi destinati ai trasporti (460 milioni di euro) per migliorare il ferro, i porti, la viabilita’, la logistica; i 450 milioni di euro per l’ambiente destinati a bonificare il sito di Bussi, le discariche a migliorare il sistema idrico e quello dei depuratori; i 227 milioni di euro per il turismo e la cultura che finanzieranno piste ciclabili a pettine, la rifunzionalizzazione di 22 gioielli dimenticati come l’Abbazia celestiniana di Sulmona, il Centro turistico integrato di Castel di Sangro, l’ex manicomio di Teramo. I 208 milioni di euro per il piu’ vasto intervento contro il dissesto idrogeologico mai attuato prima su tutto il territorio regionale, gli 89 milioni di euro per il recupero del patrimonio edilizio, i circa 200 milioni per coprire con la banda larga l’intera regione.
Dopo la frenetica fase preparatoria e procedurale, nuove risorse arriveranno al sistema economico e sociale abruzzese grazie alle prospettive del Masterplan e alla nuova programmazione europea: oltre 1 miliardo e 280 milioni di euro finanzieranno 66 interventi inseriti del documento inviato al Governo; 470 milioni sosterranno il piano di sviluppo rurale, 142 milioni sono destinati al Fondo sociale europeo e 240 milioni al piano di coesione sociale, 570 milioni saranno utilizzati per ammodernare l’edilizia sanitaria.
E proprio sulla sanita’ il presidente ha detto che la Regione ha “la pagella a pieni voti per uscire dal commissariamento” ricordando il 163 punti conquistati sulla qualita’ dei servizi sanitari (Lea). Dopo aver risolto il fascicolo Dedalus, per il presidente e’ necessario concentrarsi “sull’offerta sanitaria, capire come nasce la domanda di farmaco e quella di diagnostica”, invocando un nuovo ordine di cose, se necessario, anche con disincentivi per evitare l’abuso o il cattivo uso delle indagini sanitarie. Altra questione sulla quale D’Alfonso ha rivendicato la paternita’ e’ la “battaglia sulla connettivita’ europeista.
Ma e’ su quella che D’Alfonso ha ribattezzato “ombrina di ferro” che si “esprime il protagonismo abruzzese”, all’interno di una collaborazione extra regionale che ha portato al blocco della progetto e alla norma che fissa il divieto di escavazione entro le 12 miglia dalla costa. “Il 51 per cento del risultato – ha spiegato meglio D’Alfonso – va ai cittadini liberi dei comitati ma un 49 per cento pesante va ascritto al lavoro che abbiamo messo in campo”. Il presidente ha ricordato, date alla mano, prima l’iniziativa referendaria attivata con “l’intento di stimolare il Governo a rivedere la norma e non gia’ per aprire conflitti”.
Una volta createsi le condizioni, ha aggiunto, il 10 dicembre a Palazzo Chigi arriva l’accordo “satisfattivo, ossia che fa cessare la materia del contendere”. Ma per il presidente si tratta solo di un punto di inizio per la difesa ad oltranza del mare Adriatico. Dal 20 gennaio si “riprendera’ l’iniziativa per salvare il mito dell’Adriatico, ovvero le Isole Tremite e perche’ si estenda ulteriormente il limite di perforazione”.
Una iniziativa che non tralascera’ sul piano della moral suasion la sponda balcanica. Dal 1995 – ha spiegato – per la prima volta si ottiene cio’ che non e’ stato possibile prima. Il 28 ottobre il Parlamento europeo approva l’inserimento dell’Abruzzo nel Corridoio Adriatico e soltanto il 15 gennaio viene sottoscritto il Patto per la connettivita’ dell’Adriatico. Dara’ velocita’ e integrazione trasportistica”.