
ROMA – Adesso sulle unioni civili i centristi della maggioranza rilanciano. «Lo stralcio della stepchild adoption non è sufficiente. In questi momenti il Pd e il mio partito stanno lavorando per cercare di costruire questo emendamento in modo tale che non ci siano quelle equiparazioni al matrimonio che noi riteniamo incostituzionali». Lo afferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a margine di una vista alla Fondazione Santa Lucia a Roma.
Per ora è in corso un vertice di maggioranza, a Palazzo Madama, per fare il punto sull’emendamento al ddl unioni civili. All’incontro hanno inizialmente preso parte il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Alcuni minuti dopo sono sopraggiunti il ministro per gli Affari Regionali con delega alla Famiglia Enrico Costa, il capogruppo Ap Renato Schifani, e il presidente della commissione Giustizia al Senato Nico D’Ascola.
L’esame in aula delle ddl sulle unioni civili inizierà soltanto stasera, dopo il voto di fiducia sul Milleproroghe e quindi soltanto dopo le 19 circa. E proseguirà fino alle 22 (questo è l’orario previsto per l’aula del Senato). Ma, secondo quanto si apprende, ad ora il testo del maxiemendamento sulle unioni civili non c’è.
Se entro oggi il maxiemendamento non arriverà nelle mani dei senatori, è probabile che il governo porrà la questione di fiducia soltanto domani. Anche perché forze di opposizione, come Forza Italia, hanno chiesto del tempo per poter leggere il maxiemendamento.
«Ancora una volta dobbiamo prendere atto che c’è un ostruzionismo della maggioranza». Così il leghista Roberto Calderoli in aula al Senato dopo la comunciazione del presidente del Senato Pietro Grasso che il voto di fiducia sul dl Milleproroghe sarà soltanto a partire dalle 18 e quindi, in questo modo, l’esame delle unioni civili inizierà almeno dopo le 19. «E poi – ha concluso sarcastico Calderoli – arriverà il ministro Boschi e farà quello che le riuscirà meglio, cioè metterà una nuova fiducia».
Intanto la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso sul caso di due donne sposate negli Usa e trasferitesi a Bologna, che chiedono il riconoscimento dell’adozione di due figlie. A sollevare la questione, il tribunale di Bologna. L’Avvocatura dello Stato aveva chiesto che il ricorso fosse dichiarato inammissibile, sottolineando che più volte a tutela dei minori i tribunali hanno accolto l’istanza di adozione di coppie gay, applicando la norma che disciplina le adozioni nei casi particolari.