L’AQUILA – Manca poco ormai al 1 marzo, data in cui gli uffici Utr di frontiera – “Comuni fuori cratere” delle diverse Aree Omogenee – chiuderanno, di fatto, interrompendo tutte le attività tecnico amministrative relative a migliaia di pratiche per richieste di contributi per gli immobili danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009.
Sono coinvolti tutti i 75 Comuni “Fuori Cratere” delle Province di Pescara, Chieti, Teramo e L’Aquila in regime di convenzione con gli uffici. Come se non bastasse, dallo scorso mese di giugno i comuni sede degli UTR cd. di frontiera (Cugnoli , Goriano Sicoli , Montorio al Vomano e Navelli) non ricevono alcun rimborso per il pagamento dei 23 consulenti che quotidianamente si occupano dell’istruttoria dei progetti per la ricostruzione post-sisma, degli atti contabili e dell’effettuazione dei sopralluoghi previsti dalle relative O.P.C.M..
I Comuni stanno anticipando con proprie risorse ma la situazione non è ulteriormente sostenibile per il rispetto e la salvaguardia dei vincoli di bilancio. “Se non interverranno modifiche migliorative in tal senso- denunciano i comuni coinvolti dal grave imminente blocco- si fermeranno tutte le attività effettuate dai professionisti incaricati dell’istruttoria delle pratiche post – sisma 2009, tutti i SAL e tutte le procedure in essere.
Si tratta di 1.062 pratiche per un importo di 270 milioni di euro”. I Sindaci dei Comuni “Fuori Cratere”, delle diverse Aree Omogenee di frontiera convenzionati con gli UTR Comuni “Fuori dal Cratere”, si dicono abbandonati e lanciano un forte grido d’allarme alle istituzioni competenti sul futuro della ricostruzione post – sisma 2009.
“Questa situazione di grave precarietà sta danneggiando pesantemente l’intero processo di ricostruzione-scrivono in un documento congiunto-. Il nostro territorio non può permettersi di aspettare ulteriormente e di vedere compromesso il processo di ricostruzione post sisma che deve essere portato doverosamente e giustamente a termine”.