FARINDOLA – L’Amministrazione Regionale sarebbe colpevole, almeno in parte, della tragedia di Rigopiano. Almeno stando a quanto evidenziato dall’amministrazione comunale di Farindola. Venerdì scorso la denuncia depositata alla Procura dell’Aquila a firma, rispettivamente, del legale del Comune Massimo Manieri; del legale del tecnico comunale Enrico Colangeli, Cristiana Valentini e del legale del sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, Goffredo Tatozzi, questi tre, lo ricordiamo, indagati per omicidio colposo per la tragedia dello scorso 18 gennaio all’Hotel Rigopiano.
Sulla base di un’indagine difensiva avviata già a metà febbraio, e che ha consentito di acquisire un’enorme mole di documenti presso gli Uffici della Regione Abruzzo e di avvalersi della consulenza di un pool di tecnici, si è giunti alla conclusione che potrebbero esserci delle gravi responsabilità in capo a dei ruoli specifici all’interno dell’Amministrazione Regionale e che su queste, ora, dovrà effettuare i dovuti accertamenti il magistrato inquirente.
Si parte dalla Legge Regionale 47 del 18 giugno del 1992, Norme per la previsione e la prevenzione dei rischi da valanga. Una legge esemplare introdotta, oltre all’Abruzzo, in altre 7 regioni italiani all’indomani della sciagura del Pavillon del ’91 vicino Courmayeur. All’articolo 2 s’impone la realizzazione di una carta di localizzazione dei pericoli da valanga in base alla quale va inviata la notifica ai Comuni interessati di vincoli urbanistici e ordini tassativi di sgombero su immobili ricadenti nelle aree a rischio, oltre all’obbligo di realizzare la messa in sicurezza attraverso la costruzione di paramenti anti-valanga.
Questa importante Legge è stata, secondo i legali, letteralmente dimenticata per oltre 20 anni, fino al 17 marzo del 2014 quando l’allora Giunta Regionale, con la delibera 170 ordinò agli uffici preposti di realizzare e divulgare la carta di localizzazione dei pericoli da valanga.
Questo ordine, però, non sarebbe stato ottemperato, e le ragioni dovranno ora essere individuate dalla Procura, sicuramente, in caso contrario, se la legge fosse stata applicata, quanto meno, quel terribile 18 gennaio, l’hotel sarebbe stato preventivamente sgomberato: “Vogliamo capire, ed immagino anche la Procura – spiega Massimo Manieri legale del Comune di Farindola – quale è stato il passaggio che ha determinato questo grave disservizio attraverso tutta la filiera, dalla Giunta regionale, alla Protezione Civile, fino all’ufficio prevenzione prevenzione e controllo ambientale e all’Ufficio rischio neve e valanghe”.