PESCARA – Sono passati ormai circa sette anni dagli sversamenti nelle acque della Val Pescara, eppure la Federazione autonoma dei balneatori (Fab) preme per un’intervento “drastico” sul risanamento dei fiumi e degli altri corsi d’acqua. Secondo la Fab i dati negativi pubblicati in questi giorni, relativi al peggioramento della qualita’ delle acque di balneazione abruzzesi, rischiano di generare una pesante ricaduta sull’offerta turistica dell’estate ormai alle porte.
Per scongiurare questo esito, secondo il segretario regionale delle imprese del turismo balneare aderenti alla Cna, Cristiano Tomei, che si appresta a chiedere un incontro urgente all’assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio, occorre “coordinare l’azione di risanamento dei fiumi con la salute delle acque di balneazione, superando la grave condizione di inerzia delle istituzioni pubbliche”.
“Abbiamo chiesto, sin qui invano al Consiglio regionale – sostiene Tomei – di essere ascoltati dalla commissione incaricata di redigere il ‘Piano di tutela delle acque’, che prevede una sciagurata richiesta all’Unione europea di prorogare al 2027 l’entrata in vigore dei parametri di qualita’ continentali sulle acque di balneazione. Una richiesta cui ci opponiamo e che contrasteremo in tutte le sedi, perche’ le proroghe non risolvono i problemi ma finiscono solo con aggravarli, come dimostrano i dati negativi sulle nostre acque”.
Inoltre, secondo Tomei, vanno accorciati sensibilmente, da parte dell’Arta (Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente), gli intervalli di tempo nel campionamento delle acque di balneazione, che oggi avvengono a scadenza mensile e solo in alcuni casi a scadenza quindicinale.