ROMA – Salvini, Berlusconi e Meloni si presenteranno tutti insieme al Quirinale ma, per quanto coalizzati rappresentino il 37 per cento, cioè la maggioranza relativa degli elettori, alle prossimo giro di consultazioni non verranno ricevuti per ultimi dal capo dello Stato.
Sergio Mattarella ascolterà il centrodestra alle 17,30 di giovedì, cioè dopodomani. E come interlocutore finale terrà alle ore 18,30 i Cinque stelle (che alle elezioni del 4 marzo avevano sfiorato il 33 per cento). Secondo i grillini, ciò rappresenta una chiara rappresentazione di come il Quirinale si regolerebbe, dovendo conferire l’incarico di governo: partirebbe cioè dal partito più votato anziché dalla coalizione arrivata prima. Ciò rappresenta ai loro occhi un motivo di incoraggiamento.
In realtà, secondo quanto risulta, l’ordine delle precedenze adottato dal Colle corrisponde a criteri che non forniscono alcun vero indizio su quanto intende fare (o non fare) Mattarella. Lassù vale infatti la regola secondo cui, quando più gruppi parlamentari si presentano insieme ai colloqui, la gerarchia delle consultazioni viene fissata in base al gruppo tra questi più numeroso, in questo caso quello leghista. Sul piano cerimoniale, la sommatoria non vale. Ai fini del governo, viceversa, conta la prassi degli ultimi 70 anni, che presuppone una maggioranza già definita e disposta a sostenere il presidente incaricato. Ma al momento questa maggioranza ancora non c’è, e si fa molto desiderare.