PESCARA – Nonostante il bel tempo, per una settimana in Abruzzo l’argomento “ombrelli” ha tenuto banco. Ieri l’ultima iniziativa, con un flash mob in piazza Muzii a Pescara, organizzato dal comitato “L’ombrello te lo tieni tu!”. La vicenda è nota, durante l’evento Fonderia Abruzzo che si è tenuta a Sulmona, a causa della pioggia, alcune ragazze hanno retto gli ombrelli per proteggere dall’acqua i relatori nel cortile dell’Abbazia celestiniana. Da qui un vespaio di polemiche, nonostante il fatto che alcune giovani, abbiano apertamente asserito di aver compiuto quel gesto di cortesia volontariamente e tra loro, anche la figlia dello stesso governatore D’Alfonso.
Sono comunque piovute critiche nei confronti del governatore al quale più che l’ombrello, sarebbe servito il parafulmine per gli strali a lui diretti soprattutto da quella parte di donne che si sono sentite svilite e offese. Ironia e battute sul Web e l’ombrello con la faccia di D’Alfonso è diventato un cult.
“Nella città di Ovidio, Sulmona, – va giù duro il Comitato “L’ombrello te lo tieni tu!”, organizzatore del Flash mob – una manciata di giorni fa, succede l’inverosimile: il Governatore della Regione Abruzzo ed un manipolo di altri politici, tutti maschi, sorpresi dalla pioggia in un incontro pubblico all’aperto si fanno beatamente tenere l’ombrello da giovani hostess. Tutto avviene come se fosse la cosa più normale del mondo. Ma normale non è. Siamo nel 2017, nella vecchia Europa dei lumi e dei diritti, nell’Italia che ha dato il voto alle donne nel 1946 (71 anni or sono!) e appare normale a persone rappresentative della nostra regione e nazione a utilizzare ragazze come gazebo umani. In risposta a tale barbarie, le donne e gli uomini indignati per l’enorme mancanza di rispetto per la dignità della persona umana (donne guarda caso…) si sono riuniti gioiosamente in piazza del Mercato a Pescara, tenendo da soli il proprio ombrello. Abbiamo punteggiato via Cesare Battisti di ombrelli danzanti perché si è persa di nuovo la misura. A firma del Comitato di cittadini indignati, L’ombrello te lo tieni tu!”.
Ma lo stesso Governatore, ancora una volta, tiene a spiegare la vicenda. Lo fa proprio sulla sua pagina Facebook: “La mia domanda è: di cosa dovrei chiedere scusa? Del fatto che alcune volontarie, durante una manifestazione, hanno compiuto un gesto di cortesia in assoluta autonomia? O di una polemica che non ho generato io ma che è stata innescata volontariamente?
Le vere scuse dovrebbero essere indirizzate a queste ragazze – tra le quali vi è anche mia figlia Benedetta – da chi ha affibbiato loro il soprannome di “ombrelline”, cercando così di sminuirne il valore del gesto istantaneo in ragione delle condizioni di tempo sopravvenute. Definirle sprezzantemente con questo termine significa svilire il loro ruolo di sostegno e collaborazione alla riuscita di una importante manifestazione e mortificare chi – attraverso la propria opera volontaria – si pone al servizio di una causa.
“Su un quotidiano si parla anche di “atteggiamento di sudditanza” ma – come ha giustamente precisato una di loro in altra sede – si tratta semplicemente di ragazze e ragazzi che si danno da fare spontaneamente e, durante gli eventi, aiutano come possono e vogliono, ad esempio preparando dossier, organizzando le aree convegno, facendosi carico di gestire il rapporto spazio-tempo, i relatori e il pubblico, collocando sedie e tavolini o facendo accoglienza alla reception. Attenzione: si è parlato di ragazze perché sul palco è accaduto che salissero soltanto donne, ma va ricordato che tra i 35 volontari impegnati per Fonderia Abruzzo – che ringrazio di nuovo tutti dal profondo del cuore – c’erano anche 12 ragazzi”.
E ancora: “Entro ora nel merito di alcuni aspetti organizzativi relativi all’emergenza atmosferica intervenuta:
1) si è detto che i relatori avrebbero potuto reggere l’ombrello da soli. Sarebbe stato difficoltoso, poiché ognuno avrebbe dovuto tenere ombrello, microfono e carte (c’era anche chi prendeva appunti) e nessuno di noi è la dea Kalì;
2) un’altra obiezione riguarda la possibilità di sospendere il dibattito. L’ipotesi era problematica, poiché il presidente Bonaccini aveva urgenza di ripartire (ed infatti ha parlato per primo, lasciando poi il dibattito prima del termine dello stesso) e anche il ministro De Vincenti aveva tempi stretti;
3) quanto all’eventualità dello spostamento nelle sale interne dell’abbazia, sarebbe stato impossibile in quanto nessun ambiente della struttura avrebbe potuto ospitare le 500 persone che stavano seguendo la tavola rotonda.
Si tratta tuttavia di considerazioni fatte ex post, perché l’intervento delle volontarie è stato tempestivo e autodeterminato non appena la pioggia è diventata più fitta. Per questo le ringrazio doppiamente e chiedo loro scusa per la tempesta mediatica che si è scatenata su un gesto così generoso.
In questi giorni si è anche fatto un gran parlare di sessismo. Facciamo un po’ di fact checking. Al vertice amministrativo della Regione Abruzzo, fino a pochi giorni fa, c’era una donna: Cristina Gerardis. Siede in Giunta regionale l’unica donna eletta in Consiglio regionale per la maggioranza, Marinella Sclocco, e non solo perché lo prevede lo Statuto. Il delicatissimo ruolo del segretariato di Giunta è affidato ad una donna: Daniela Valenza. E’ donna la responsabile della mia segreteria, Marianna Di Stefano. Tutti i tavoli di Fonderia Abruzzo erano coordinati da donne: Annarita Capodicasa (Sanità), Annacarla Valeriano (Cultura), Carmen Ranalli (Lavoro), Evelina D’Avolio (Ambiente) e Palmina Romano (Scuola). Anche la presentazione del libro “Sul cammino della modernità” è stata curata da una donna: Annacarla Valeriano. Credo che questi dati parlino da soli.
Purtroppo molti di coloro che si sono espressi su questa vicenda hanno basato le proprie opinioni soltanto sulle foto, senza tener conto di ciò che vi è dietro: un gesto spontaneo e gentile verso chi, in quel momento, era in una situazione di improvvisa difficoltà. Mi auguro che in futuro si prenda in considerazione anche ciò che non si vede ma che, in termini di valore, ha un significato preciso: passione per ciò che si sta facendo” conclude D’Alfonso.