MILANO – I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano hanno condannato a un anno Silvio Berlusconi e a 2 anni e 3 mesi il fratello Paolo, imputati per la pubblicazione dell’intercettazione della telefonata Fassino-Consorte, all’epoca della tentata scalata di Unipol a BNL, uscita su Il Giornale quando era ancora coperta da segreto istruttorio. Stabilito anche un risarcimento di 80 mila euro a favore di Piero Fassino, che si era costituito parte civile. Silvio Berlusconi era imputato di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio, Paolo anche di ricettazione e millantato credito ma da queste e’ stato assolto.
Immediata la presa di posizione degli esponenti del Pdl che parlano di sentenza politica e annunciano mobilitazioni. La prima reazione e’ venuta dai legali dell’ex premier: “Sono dispiaciuto e costernato perche’ sono convinto che gli elementi di prova a carico di Silvio Berlusconi siano insufficienti e contradditori, se non del tutto mancanti”. Afferma l’avvocato Piero Longo. Tutto inizia da ‘Abbiamo una banca?’. Nel pieno dell’estate dei ‘furbetti’ e del risiko bancario che porto’ Unipol a un passo dall’acquisizione di Bnl, la domanda fu rivolta in una telefonata dall’allora segretario dei Ds, Piero Fassino, all’ex presidente della compagnia bolognese, Giovanni Consorte.
La pubblicazione, il 31 dicembre 2005, in prima pagina sul ‘Giornale’: un’intercettazione allora coperta da segreto, non trascritta e nell’esclusiva disponibilita’ dei pm. “In un Paese come l’Italia, in cui il segreto istruttorio e’ una barzelletta, la sentenza di oggi suona come un ridicolo insulto all’intelligenza e alla giustizia”, dice Sandro Bondi e avverte: “di questo passo salira’ nel Paese una aperta ribellione nei confronti di un certo modo di amministrare la giustizia: una ribellione civile e democratica, ma pur sempre una vera e propria ribellione”. “Gli italiani devono prendere atto che in Italia non esiste piu’ la certezza del diritto. Una parte della magistratura ha evidentemente deciso di cancellare dalla vita politica e sociale un cittadino di nome Silvio Berlusconi”.
Fa eco Alessandra Mussolini, senatrice Pdl, dicendo che “e’ giunto, quindi, il momento di mettere in atto iniziative clamorose contro il vulnus alla democrazia che e’ in atto”. “Una sentenza indecente e surreale. Qui si gioca per motivi politici con la vita e la liberta’ delle persone”: e’ Anna Maria Bernini, deputata e portavoce vicario del Popolo della Liberta’, a dirlo mentre Mariastella Gelmini afferma: “Non si era mai vista finora una condanna per violazione di segreto istruttorio. Da una parte sconcerta, dall’altra tuttavia non sorprende se subito dopo si ricorda che e’ stata emessa da un tribunale, quello di Milano, che ormai da tempo e’ sceso in campo, in un campo non suo, quello della politica, per tentare di distruggere l’avversario di sempre”.
”E’ sempre piu’ chiaro che vi e’ un tentativo di eliminazione di Silvio Berlusconi per via giudiziaria, essendo fallito quello per via elettorale e democratica. Il Pdl reagira’ con tutta la forza di cui dispone per difendere la democrazia italiana” ha affermato il segretario del Pdl Angelino Alfano.