L’AQUILA – Con la soppressione formale delle Province, cosi’ come disposto dalla legge 125/2015 di conversione del DL “Enti Locali”, si sono concretizzati problemi nella riorganizzazione degli apparati e delle funzioni che erano finora di competenza delle Province stesse. “Il WWF Abruzzo denuncia in particolare – si legge in una nota – la paralisi della vigilanza ambientale che finora veniva garantita dalle Polizie Provinciali. Buona parte del personale e’ stato destinato ad altri settori di altri Enti locali come polizia municipale o settore manutenzione strade.
Gli agenti saranno chiamati a svolgere quindi mestieri diversi da quello finora svolto con una inaccettabile dispersione di professionalita’ e competenze acquisite negli anni. Quelli non ancora ricollocati altrove sono attualmente in mobilita’ in attesa di conoscere il proprio destino.
Oltre all’oggettivo e grave ridursi del numero di Agenti di polizia ambientale, in Abruzzo – sostiene l’associazione ambientalista – e’ evidente un clamoroso ritardo nelle procedure di applicazione delle nuove competenze in tema di vigilanza a livello regionale. Con la L.R. 32/2015 approvata l’ottobre scorso, il Consiglio regionale abruzzese si era impegnato (art. 6) ad avvalersi del personale appartenente ai Corpi di Polizia Provinciale ma da allora non e’ stata realizzata alcuna iniziativa concreta per salvaguardare il patrimonio professionale degli agenti ne’ tantomeno per dare concretezza all’impegno di continuare a vigilare su tematiche ambientali.
La Regione in sostanza ignora la propria normativa! Altre regioni sono intervenute attraverso leggi e/o convenzioni, dando vita ad un Servizio di Vigilanza Regionale Ambientale.
Una scelta – osserva la nota – che consente di garantire continuita’ sulle competenze di tutela ambientale (caccia, pesca, bracconaggio, uso del suolo e del sottobosco, rifiuti, inquinamenti) sinora affidate alle Polizie Provinciali. In Abruzzo si tutelano invece interessi contrari a quelli della salvaguardia del territorio, come dimostra anche la recente legge che consente attivita’ cinofile all’interno delle aree protette. La situazione attuale di quel che resta delle Polizie Provinciali e’ caratterizzata dalla assenza di controlli su bracconaggio, caccia e pesca, cui si aggiungono incertezze operative: senza precise direttive di fatto le Polizie Provinciali hanno al momento sospeso la vigilanza in tema di fauna e caccia.
Di fronte a tutto questo il WWF fa appello alla Regione perche’ affronti e risolva urgentemente una situazione inaccettabile e gravissima per l’ambiente e la fauna dell’Abruzzo, ma anche per i cittadini stessi, esposti al rischio di muoversi su un territorio senza piu’ controllo alcuno.
E’ necessario – conclude l’associazione – rendere operative e rafforzare subito tutte le forze di vigilanza, istituzionali e volontarie, dando completa e immediata attuazione a tutti i necessari passaggi organizzativi e normativo/regolamentari, e nello stesso tempo non diminuire ma anzi accrescere le forze dedicate alla tutela dell’ambiente. In questo senso e’ fondamentale che gli Agenti delle Polizie Provinciali mantengano le loro competenze su ambiente e fauna pur nell’ambito di un rinnovato contesto dovuto al trasferimento alla Regione”.